sabato 9 febbraio 2013
Nello scorso mese di gennaio le esportazioni sono cresciute del 25% su base annua, mentre la quota di importazioni è cresciuta del 28,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, registrando un surplus commerciale di 29,2 miliardi di dollari.
AGICHINA24
EXPORT E IMPORT TRAINANO CRESCITA, INFLAZIONE AL 2%
di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 8 feb. - Esportazioni e importazioni trainano la crescita del Dragone a gennaio, mentre il tasso di inflazione al 2% scende rispetto ai livelli di dicembre scorso, quando il Consumer Price Index aveva toccato quota 2,5% il punto più alto dei sette mesi precedenti. Sono i dati diffusi oggi dall'Ufficio Nazionale di Statistica, alla vigilia delle due settimane di festività nazionali per il capodanno cinese, che cade il 10 febbraio prossimo. Nello scorso mese di gennaio le esportazioni sono cresciute del 25% su base annua, mentre la quota di importazioni è cresciuta del 28,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, registrando un surplus commerciale di 29,2 miliardi di dollari.
Il balzo registrato a gennaio nelle esportazioni e nelle importazioni viene generalmente considerato come un segnale del rinnovato slancio dell'economia del Dragone. "Non c'è motivo di preoccuparsi della tenuta della ripresa cinese" ha dichiarato Sun Jinwei, China economist presso HSBC a Pechino. La crescita delle esportazioni verso gli Usa ha registrato su base annuale un aumento del 14,5%, ai valori più alti degli ultimi dieci mesi, mentre quelle verso l'Unione Europea hanno registrato un aumento del 5,2%, segnando il record degli ultimi tredici mesi. Anche le importazioni hanno registrato livelli altissimi. Quelle dagli Stati Uniti hanno registrato un aumento del 49,7%, mentre quelle dall'Ue sono cresciute del 20,7%. "Sembra che le importazioni -ha dichiarato Tao Wang, China economist presso UBS a Hong Kong- siano state particolarmente forti e questo riflette due cose: la prima è che la domanda interna, in particolare la domanda di investimenti, è molto forte; la seconda è che sembra che le aziende si stiano rifornendo in vista del capodanno cinese e di un picco a marzo e aprile".
Anche l'inflazione rimane sotto controllo rispetto al dato di dicembre che aveva destato qualche allarme nella Banca Centrale e negli osservatori. A incidere sul valore finale, sono stati ancora i prezzi dei generi alimentari -che hanno subito un aumento del 2,9%- a causa delle festività per il capodanno e delle temperature più basse registrate negli ultimi 28 anni, che hanno provocato gelate in molti raccolti anche al sud. Il livello più basso del Consumer Price Index rispetto al gennaio 2012 è stato commentato dall'Ufficio Nazionale di Statistica come effetto del fatto che le festività lo scorso anno erano cadute in gennaio. Nella giornata di ieri la Banca Centrale aveva presentato il rapporto sulla politica monetaria in cui sottolineava il problema dell'inflazione, specificando come "particolare attenzione deve essere posta agli effetti delle aspettative di cambiamento sui prezzi in futuro". Il timore espresso dalla Banca Centrale era quello di una veloce fluttuazione dei prezzi, dopo i risultati incoraggianti dell'economia negli ultimi mesi.
Positivi anche i dati rilasciati dalla Banca Centrale che nella giornata di oggi ha diffuso la notizia della crescita dei prestiti in yuan, che hanno superato quota mille miliardi, più del doppio del livello di dicembre, mentre quelli in altra valuta hanno raggiunto quota 179,3 miliardi di yuan. Il dato totale del social financing, indicatore del livello di liquidità di un'economia, ha raggiunto quota 2540 miliardi di yuan, molto al di sopra del livello di dicembre a 1630 miliardi di yuan, un dato questo, che secondo gli economisti significa una rinnovata domanda di credito nella società. Per venire incontro alla richiesta di liquidità da parte dei cittadini alla vigilia delle festività per il capodanno cinese, la Banca Centrale nel corso di questa settimana ha pompato liquidità nel sistema bancario per 860 miliardi di yuan, pari a 102,6 miliardi di euro attraverso l'acquisto di titoli con accordo per la rivendita nell'arco di due settimane.
Le ombre all'orizzonte sono quelle evidenziate dagli analisti nei giorni scorsi e che hanno animato le cronache economiche nelle ultime settimane, ovvero il giro di vite che il governo potrebbe decidere di attuare a breve sul sistema bancario ombra, gli intermediari finanziari non bancari, e la stretta creditizia nei confronti delle amministrazioni locali, il cui debito è da tempo fonte di preoccupazione per Pechino. La scorsa settimana, l'agenzia di rating Moody's aveva lanciato l'allarme sulla possibilità che alcune amministrazioni locali del Dragone potessero andare incontro al default. I calcoli operati nelle stesse ore dal Financial Times sembravano però ridimensionare, o almeno rinviare, lo spettro di una crisi. I tre quarti dei prestiti che dovevano maturare a fine 2012 sarebbero stati prorogati dalle banche cinesi. Si tratta di una cifra che potrebbe essere superiore, secondo i calcoli del quotidiano della city, ai tremila miliardi di yuan, circa 355,5 miliardi di euro.
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