mercoledì 27 febbraio 2013
Fantastico questo nuovo governo finalmente qualcuno che capisce la finanza parallela dove può portare un intero paese...vedi America ed ora Europa Italia compresa ovviamente.
GOVERNO VUOLE IMBRIGLIARE SISTEMA BANCARIO OMBRA
di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 27 feb. - Il governo cinese intende rendere più trasparente il settore bancario ombra. L'obiettivo è quello di limitare le attività fuori bilancio degli istituti bancari, secondo quanto affermano al Financial Times alcuni dei funzionari che stanno lavorando alle nuove normative. Il pericolo che il settore possa finire fuori controllo è reale: dal 2008, il giro di affari degli intermediari finanziari non bancari è quadruplicato in Cina toccando quota ventimila miliardi di yuan, una cifra pari al 40% della produzione economica. Il sistema bancario ombra, che opera su circuiti paralleli a quelli tradizionali e che influenza il mondo della finanza tout-court, gode di una scarsa viglianza ed è soggetto a minori controlli.
Alcune settimane fa un'inchiesta condotta da Caixin, una delle maggiori autorità nel settore della stampa finanziaria del Dragone, aveva rivelato come le società di intermediazione finanziaria cinesi lo scorso anno avessero visto schizzare il valore degli asset che gestiscono. A fine dicembre 2012 il loro valore era pari a 1200 miliardi di yuan: a gennaio ammontava, invece, solo a 280 miliardi. Uno spostamento di capitali velocissimo e ingente, reso possibile dai minori vincoli a cui sono soggetti i broker rispetto alle fiduciarie a cui tradizionalmente le banche cinesi si rivolgono per dare in gestione i loro fondi fuori bilancio, tra cui i wealth management products, cioè i servizi integrati di pianificazione finanziaria, assicurativa e previdenziale, sotto osservazione proprio in queste ore da parte delle autorità regolatrici del Paese.
Sempre più analisti finanziari ritengono il sistema bancario ombra un rischio a livello mondiale, capace addirittura di provocare un crack finanziario di impatto superiore a quello della Lehman Brothers che ha dato il via alla crisi del 2008, ma l'obiettivo di Pechino è un altro: controllare il sistema bancario ombra per evitare che esploda come una bomba a orologeria, non certo eliminarlo. Più facile a dirsi che a farsi. Secondo quanto riportato dal Financial Times, le discussioni in atto per imbrigliare il settore non hanno ancora partorito regole precise né, soprattutto, tetti da non superare per i prodotti finanziari che le banche possono emettere creati dagli investimenti fuori bilancio. Quello su cui tutti sembrano d'accordo, al momento, è l'importanza di monitorare questi movimenti extra-bancari.
In fase di discussione c'è la possibilità che le banche siano tenute a registrare i wealth managements products, che offrono ritorni molti alti e vengono spesso gestiti fuori bilancio, presso le autorità regolatrici a livello locale. "La cosa più importante è regolare il rischio - afferma una fonte al corrente dei fatti - L'obbligo di dichiarazione dovrà coprire le dimensioni, la composizione, la scadenza e gli interessi di ogni prodotto". Un primo esperimento in tal senso potrebbe prendere piede già a marzo o ad aprile a Shanghai, il maggiore hub finanziario del Dragone. Il vero dibattito si concentra, però, sui limiti a cui sottoporre gli investimenti fuori bilancio. L'idea è quella di legare questi fondi a una percentuale degli asset bancari. Due banchieri che stanno prendendo parte ai lavori stimano questa percentuale nel 20% dei depositi che le banche usano per gli investimenti. L'ammontare dei Wealth Managements Products ammonta attualmente a circa il 10% del totale dei depositi bancari, ma la soglia già adesso è aumentata fino ad avvicinarsi al 20% per le banche minori, particolarmente aggressive. Ancora non è chiaro se questo tetto diventerà legge o si limiterà a rimanere a livello di linee-guida per gli istituti di credito del Dragone.
Il problema del sistema finanziario ombra è però più complesso. Nonostante il governatore della Banca Centrale cinese Zhou Xiaochuan abbia dichiarato che questo settore è tenuto maggiormente sotto controllo in Cina rispetto ai Paesi ad economia sviluppata, la China Banking Regulatory Commission, authority del settore bancario cinese, è preoccupata dal fatto che alcuni istituti abbiano creato delle "asset pool" al di fuori dei circuiti finanziari tradizionali per i loro wealth managements products. Le "asset pool" sono un sistema che permette di ripagare gli interessi dei vecchi investitori con il denaro proveniente dai nuovi e coprire le falle dovute agli investimenti sbagliati. Lo scopo delle regole attualmente in discussione sarà quello di limitare gli incroci tra le banche e le società finanziarie che operano investimenti ad alto rischio, ma non certo fermare il sistema bancario ombra, che ha contribuito in misura importante alla ripresa economica del Dragone a fine 2012.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento