lunedì 18 febbraio 2013
A denunciare il caso è Weibo il Twitter cinese ...anche in Cina la corruzione pare non sia più ben vista
COSTUME E SOCIETÀ
Auto "speciali" nel mirino di Weibo
di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 18 feb. - E' un sabato sera di settembre, con una leggera brezza che invita a stare seduti ai tavolini all'aperto. Un'auto di colore scuro di grossa cilindrata entra nella via e si ferma in mezzo alla strada. Dal lato passeggero un uomo scende e toglie i birilli che segnalano il divieto di sosta. Fa cenno all'autista di parcheggiare. L'uomo al volante innesta la retromarcia e si sistema nello spazio ora libero. Accade a San Li Tun, la via dei locali di Pechino, che nel fine settimana si riempie di taxi e di veicoli che continuano a girare in tondo in cerca di un posteggio. L'uomo scende dall'auto: ha 35-40 anni, abbigliamento distinto, occhiali, sguardo gelido che significa "niente contatto visivo". Si infila la giacca, poi prende dall'interno della vettura due panni elastici di colore scuro: uno più piccolo lo infila sulla targa anteriore, già parzialmente nascosta dall'altra vettura parcheggiata di fronte; l'altro, di dimensioni più grandi lo usa per coprire la targa posteriore. L'uomo che è con lui apre il bagagliaio ed estrae una scatola di legno: la apre e assieme all'amico ne annusa il contenuto. Poi chiudono il bagagliaio e spariscono all'interno del locale in una sala oscurata dalle altre e dalla strada grazie a un sistema di tende. Ne escono circa un'ora dopo. Velocemente tolgono i panni di copertura ed escono dal parcheggio rivelando la targa: WJ, la sigla del corpo paramilitare della Wujing. Inutile chiedersi chi fossero i due uomini, cosa facessero nel locale o cosa contenesse la scatola di legno che hanno portato con sé. Quello che sembra certo è che casi del genere non rappresentano un episodio isolato. Al contrario, sono molto frequenti. E c'è chi ha deciso di denunciare tutti casi di favoritismo di cui godono i proprietari delle vetture con targhe particolari, riconducibili all'esercito o ad altri corpi speciali.
La polemica è scattata nei giorni scorsi su Weibo, il Twitter cinese, dopo un appello del sociologo Yu Jianrong, docente presso l'Istituto di Sviluppo Rurale dell'Accademia di Scienza Sociali, uno dei più importanti think-tank della capitale cinese, e spesso in disaccordo con la linea ufficiale del governo. Al suo appello gli utenti del popolare social network cinese hanno risposto con una serie di immagini di automobili dell'esercito o della Wujing -il corpo paramilitare che sovrintende alla sicurezza interna- compiere diverse infrazioni senza mai subire conseguenze. Le decine di immagini ritraggono auto -quasi sempre modelli di lusso- in sosta vietata, in contromano, o mentre evitano il traffico usando le corsie di emergenza. E subito le opinioni dei netizens si sono divise tra chi condanna i privilegi degli ufficiali e chi invece ritiene che il motivo sia un altro. Molti uomini d'affari con importanti entrature possono ottenere le targhe speciali per i loro veicoli: pagando cifre cospicue si possono avere le targhe dell'esercito o della Wujing e scorrazzare per le strade della capitale senza correre il rischio di incorrere in sanzioni da parte della polizia. Dopo quella sui funzionari corrotti -con orologi pregiati al polso o intestatari di diversi appartamenti e ville di lusso- ora sono i veicoli con targa speciale e i loro proprietari al centro delle attenzioni dei netizens cinesi. Che siano o meno membri dell'esercito, poco importa: basta conoscere la persona giusta e si possono ottenere tutte le agevolazioni che si vogliono. E' il sistema del guangxi, le relazioni, alla base del tessuto sociale stesso della Cina. Che oggi, però, sembra non funzionare più.
Anche la stampa ufficiale, proprio in queste ore, sembra riconoscere questo malessere come un dato di fatto. A lanciare l'allarme è il Quotidiano del Popolo, che proprio oggi, in un editoriale affronta il tema della corrosione del tessuto sociale. Per farlo prede spunto da un sondaggio condotto dall'Istituto di Sociologia dell'Accademia delle Scienze da cui risulta che oltre il 70% di chi vi ha preso parte dichiara di non fidarsi degli estranei. Il sondaggio prendeva in esame le reazioni di oltre 1900 persone a Pechino, Shanghai e Guangzhou. La Cina, commenta il Quotidiano del Popolo, "si sta trasformando da una società di conoscenze a una società di estranei" e proprio questo sarebbe "la causa principale del declino dell'integrità sociale". Onestà e fedeltà verso i cittadini da parte del governo e delle imprese, scrive il maggiore giornale del Dragone, sono tra le più importanti caratteristiche da ripristinare per riottenere il consenso dei cittadini ed evitare la frammentazione sociale. I dati, però, mostrano una realtà diversa. Secondo quanto riportato ieri dall'agenzia di stampa statale Xinhua nella sola Shanghai, nello scorso anno, sono state 704 le violazioni disciplinari commesse da funzionari locali: 73 di questi casi sono già stati trasferiti all'autorità giudiziaria. Secondo quanto dichiarato dal segretario della metropoli, Han Zheng, tra le maggiori preoccupazioni dei cittadini ci sarebbe quella della corruzione. Un fenomeno che anche la nuova classe dirigente dice da mesi di volere estirpare, e che occupa sempre maggiore spazio tra i post degli utenti di Weibo. Che, per ora, chiedono almeno di potere guidare in pace.
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