VICE PREMIER ALL’IFAD: PIU’ IMPEGNO DAI PAESI SVILUPPATI
di Sonia Montrella
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Roma, 14 feb. – Oltre 250 milioni di cinesi sono già usciti dalla povertà, ma molta è ancora la strada da fare, e soddisfare il fabbisogno di queste persone resta una delle priorità della Cina. Lo ha ribadito il vice premier cinese Hui Langyu ieri a Roma, dove ha preso parte insieme ai rappresentanti di altri 169 Paesi – tra cui il ministro dell’Economia Vittorio Grilli - alla 36esma sessione della riunione annuale del Consiglio dei Governatori, il più alto organo decisionale IFAD. Sullo scenario di un mondo che si confronta con sfide inedite quali insicurezza alimentare, volatilità dei prezzi delle derrate alimentari, cambiamenti climatici e instabilità finanziaria, appare sempre più necessaria Il tema dell'incontro annuale e' la necessità di nuovi partenariati per affrontare le sfide poste ai piccoli imprenditori agricoli dei paesi in via di sviluppo.
Molto ha fatto la Cina nelle ultime tre decadi , ha osservato Hui, per il rapido sviluppo della produzione agricola e del grano ed una diminuzione altrettanto veloce della popolazione rurale povera. “Trentacinque anni fa, il governo lanciò il suo storico programma di riforme e di apertura. In questo lasso di tempo, la produzione totale di Grano è raddoppiata in Cina, passando da 300 milioni di tonnellate a 590 milioni, così come è raddoppiato il rendimento di grano per ettaro da 2.5 tonnellate a 5.3 tonnellate ed il guadagno procapite dei contadini è cresciuto di 10,8 volte, raggiungendo una media annuale di crescita del 7.5 %”. Tuttavia è nel campo delle infrastrutture agricole che Pechino ha raggiunto i suoi migliori risultati, ha dichiarato il vice premier. “Tutti i villaggi sono ora connessi da strade ed i servizi d’acqua ed elettricità, le condizioni di vita , l’istruzione ed i servizi ospedalieri hanno visto un significativo miglioramento. Nove anni di istruzione obbligatoria sono ora disponibili su scala nazionale abbiamo previsto anche una sorta di pensione per la popolazione contadina anziana”. Sul piano internazionale - ha osservato ancora Hui “la Cina ha risolto il problema dei cibo e vestiti per il 20% della popolazione mondiale. Questo è uno dei nostri più importanti contributi all’impegno globale per la diminuzione della povertà e per la promozione della pace e dello sviluppo del genere umano”.
Hui non si è soffermato sui numeri ‘negativi’, il totale dei poveri, le aree non sfruttate, ma appare evidente che il problema in Cina non è risolto . “La nostra è una grande nazione in via di sviluppo, abbiamo lavorato con grande impegno per rinforzare il ruolo dell’agricoltura come fondamento dell’economia, promuovendo la modernizzazione agricola”. È responsabilità primaria di ogni governo incrementare la produzione di grano e raggiungere l’autosufficienza, migliorare i sistemi di irrigazione, introducendo e utilizzando nuove tecnologie agricole, educando gli agricoltori e migliorando i servizi pubblici rurali. Parallelamente bisogna far leva sul mercato, sviluppando i servizi finanziari rurali e incoraggiando gli investimenti privati nel campo agricolo”.
Ma non è tutto: per il vice premier gli sforzi devono essere globali, a partire dalle nazioni più sviluppate “abbiamo bisogno di una cooperazione serrata e di affrontare le sfide insieme, in linea con l’obbiettivo dell’IFAD e con il tema della conferenza. Solo così si possono combattere i prezzi internazionali dei beni alimentari che, rimanendo elevati, rendono difficile per i paesi in via di sviluppo assicurare il nutrimento. Dai Paesi sviluppati dovrebbero arrivare aiuti ufficiali , puntuali e a lungo termine, così come una condivisione della conoscenza tecnologica e delle esperienze.
“Dovremmo, inoltre,e riconoscere e sostenere, anche attraverso risorse finanziarie, la funzione di organizzazioni internazionali, come l’IFAD che giocano un ruolo fondamentale in questa sfida. Tutte le nazioni dovrebbero lavorare insieme, respingere il protezionismo nel mercato, promuovendone l’apertura per costruire un ordine internazionale equo in modo da creare una condizione esterna favorevole allo sviluppo”.
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