martedì 12 febbraio 2013
Cose che succedono
LO STRANO CASO DELL'ATTIVISTA
E DEL BLOGGER FAN DI XI JINPING
di Eugenio Buzzetti
Twitter@eastofnowest
Pechino, 11 feb. - Aveva inserito un commento dai toni espliciti sul blog di un fan del futuro presidente cinese Xi Jinping ed è stata arrestata. E' successo a Cheng Wanyun, accusata in un primo momento di "incitamento alla sovversione del potere statale" e trattenuta dalla polizia per quattro giorni e mezzo, fino a questa mattina alle dodici, quando è stata liberata, senza più accuse a suo carico. Cheng Wanyun, il cui vero nome è Cheng Aihua, è un'attivista del Sichuan, nel sud della Cina, e si occupa dei diritti all'educazione per tutti i bambini. Cheng era già nota alle forze dell'ordine per avere preso parte ad alcune manifestazioni nel 2011, durante la breve stagione di proteste nota come "la primavera dei gelsomini". La donna aveva usato toni duri per descrivere il blog "Imparare da Xi" che fino a pochi giorni fa ha destato dubbi in tutta la Cina sulla persona che lo gestisce. "E' divertente vedere tutti i modi di lecchinaggio per compiacere l'imperatore -scrive Cheng- Noi vorremmo, invece, cercare giustizia per tutti coloro che sono morti nei terremoti, negli incidenti degli scuola-bus, nelle inondazioni e a causa delle brutali pratiche di aborto forzato".
il commento, postato sul blog del fan di Xi Jinping, non è passato inosservato e il 6 febbraio scorso, dopo una telefonata della cognata, Cheng apprende che suo fratello è stato arrestato e il suo computer preso in consegna dalle forze di polizia. "Non so se è per qualcosa che ho scritto on line -spiega Cheng stessa in un messaggio sulla piattaforma di social network Tencent- Mio fratello non aveva il telefono con sé, quindi sto andando alla polizia a scoprirlo". Arrivata alla locale stazione di polizia Cheng viene arrestata. Fino a questa mattina, verso mezzogiorno, quando ritorna a casa. Prima la famiglia di lei, e poi Cheng stessa confermano ai microfoni di Agi China 24 il rilascio senza accuse. L'arresto si era trasformato in "detenzione amministrativa" e la donna non dovrà subire alcun processo.
IL BLOGGER DI XI JINPING
Il caso dell'arresto e rilascio in tempi rapidi dell'attivista del Sichuan si inserisce in un altro caso, quello del misterioso blogger fan di Xi Jinping. Il blog sul quale Cheng aveva lasciato il commento "incriminato"era salito agli onori delle cronache dopo le prime apparizioni pubbliche del nuovo segretario generale del PCC, in particolare dopo la prima vista nel Guangdong a dicembre, e poi ancora nei giorni scorsi, dopo il tour in Gansu e Shaanxi, due tra le aree più povere della Cina. il sito "Imparare da Xi" -che gioca sull'identità tra il cognome del futuro presidente cinese e il secondo ideogramma del verbo studiare- aveva destato per settimane l'attenzione degli osservatori per alcune immagini di Xi scattate da distanza molto ravvicinata, insinuando il dubbio che il misterioso blogger potesse essere un uomo dell'entourage del futuro presidente. Alcune di queste immagini ritraggono Xi in atteggiamenti non proprio presidenziali, come quando sbadiglia a bordo del pullman che lo porta in giro nel suo tour nelle aree disagiate del Paese. I dubbi sono continuati fino a sabato scorso, quando il misterioso blogger ha deciso di venire allo scoperto rilasciando un'intervista alla Associated Press in cui raccontava il suo desiderio di creare un sito web dedicato al futuro capo di Stato, come succede in altri Paesi. Zhang Hongming, questo il nome del misterioso blogger, aveva inizialmente deciso di mantenere un basso profilo: solo in un secondo momento ha cambiato idea, per mettere fine alle speculazioni sul suo blog, che nel frattempo aveva raggiunto quota 700mila followers su Weibo. E per chiarire che il suo unico intento era quello di mostrare il lato umano del presidente cinese. "Sono solo io -aveva assicurato Zhang- si tratta di un'iniziativa personale".
Una storia, quella di Zhang, che dopo mesi di silenzio trapela proprio nel mezzo di una rovente polemica tra Cina e Stati Uniti sullo spionaggio informatico con le accuse incrociate dei maggiori quotidiani statunitensi al governo di Pechino e quelle del Quotidiano del Popolo agli Usa, colpevoli, secondo l'organo del PCC, di altrettanto massicci attacchi informatici ai siti web cinesi. La storia di Zhang Hongming, fan numero uno del futuro presidente cinese, non ha convinto molti, forse anche a causa dei suoi toni naif. Se a questo si aggiunge un'altra coincidenza, quella delle ultime dichiarazioni di Xi Jinping sulle critiche al partito, il piccolo "enigma di capodanno" è servito. Giovedì scorso, il segretario generale del PCC aveva affermato che "il Partito Comunista Cinese dovrebbe essere in grado di tollerare le critiche dure, correggere gli errori se ne ha commessi, ed evitarli se non ne ha fatti". I più scettici avevano subito visto nella parole di Xi un parallelo con la linea maoista dei Cento Fiori del 1956, che dietro una tolleranza iniziale sulle critiche al PCC aveva approfittato del breve clima di apertura per epurare gli oppositori. Uno spettro, quello dei Cento Fiori, che aveva agitato le acque di internet, con molti commenti tra l'ironico e il lievemente terrorizzato per l'infelice paragone con il passato.
Quale conclusione per questa storia? La vicenda del breve arresto di Cheng sembra lasciare intravedere una maggiore tolleranza nella condotta di casi simili da parte del partito. Quella di Zhang sembra indicare che il controllo della rete è difficile, ma che non tutti gli internauti sono pirati al soldo di qualcuno. Entrambe le storie sembrano perdersi nel rilassato clima di festa di questi giorni, quasi senza lasciare traccia, ma solo sottili messaggi interpretabili a piacere, mentre mancano poche settimane alla fine del processo di transizione al vertice del potere, che vedrà con ogni probabilità Xi Jinping assumere la carica di nuovo presidente cinese.
© Riproduzione riservata
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento