venerdì 15 febbraio 2013
Eppure sorridono
SPECIALE CAPODANNO
RITORNO A CASA: DIARIO
DI UNA COPPIA DI MIGRANTI
Pechino, 15 feb.- Mentre la Golden Week – la settimana di ferie prevista dal calendario cinese per i festeggiamenti del Capodanno - giunge quasi al termine, AgiChina24 propone ai suoi lettori un viaggio di un ritorno a casa di due lavoratori migranti di Shengzhen. Un reportage curato da una giornalista del South China Morning Post.
Traduzione a cura di Caterina Pintus
Alcune gocce di pioggia mi bagnano il viso, appena esco dall’hotel della stazione di Shenzhen e mi mischio alla folla. Sono le sei di mattina di giovedì 5 febbraio e mi sto dirigendo verso la vicina stazione dei pullman. Mi è stato detto di aspettare per il K528 che arriva dal nuovo remoto distretto di Pingshan al nordest di della città. Un messaggio mi avvisa che i miei due compagni di viaggio sono appena arrivati.
Lottando sotto il peso di numerosi bagagli e di sportivi vestiti invernali, come se la temperatura fosse improvvisamente scesa a livelli siberiani, Yuan Zhitong e sua moglie, Zhang Junmei, mi salutano con un timido sorriso. I due, entrambi lavoratori migranti di campagna che lavorano per una industria giapponese di componenti elettroniche a Pingshan, stanno per intraprendere l’annuale migrazione per passare il Capodanno lunare con i loro cari, nella provincia dell’Henan. Munita di fotocamera e microfono, vado con loro.
Yuan e Zhang sono due di quelli che il “China Labour Bullettin NGO” stima essere 242 milioni di lavoratori migranti. Più della metà lavorano lontano dalle loro province d’origine, di solito si spostano dalle meno sviluppate regioni dell’interno verso i ricchi insediamenti costieri come Shanghai o il Guangdong. Per trent’anni questa migrazione di massa ha contribuito non solo alla costruzione delle megalopoli della costa, ma anche ad innalzare i redditi rurali grazie al denaro inviato a casa.
Ma questo miracolo economico ha un prezzo da pagare. Per lavorare nelle città, la maggior parte delle famiglie devono lasciare i loro figli alle cure dei membri della famiglia, spesso dei nonni. Il capodanno lunare è l’unico momento in cui questi milioni di persone possono tornare a casa per vedere i propri cari, e può essere un viaggio lungo e faticoso.
Yuan e Zhang hanno lasciato il loro figlio di 10 anni, Yuan Jinkang, con i suoi nonni quando aveva solo tre anni. La coppia lavora a Shenzhen dal 2007. “ Sono molto emozionata e felice. Non vedo l’ora di tornare, mi mancano moltissimo i miei genitori e mio figlio” mi dice Zhang mentre aspettiamo il nostro treno.
Posso percepire il nervosismo delle persone nella sala d’attesa. E’affollata, ma non gremita. Zhang, una donna paffutella e dal sorriso facile, continua a controllare che nessuno le passi davanti nella fila.
Yuan, un uomo di 35 anni dall’aspetto delicato e scompigliato, tiene stretta una borsa con all’interno 30.000 yuan in contanti (circa 3600 Euro), i risparmi di un intero anno. Verso le nove le guardie della sicurezza ci fanno mettere in fila, uno dietro l’altro, e ci indirizzano lentamente verso il binario. Il nostro treno lascia Shenzhen per Zhengzhou poco prima delle 10.
Il treno assomiglia a tutti gli altri treni cinesi quando si viaggia sui “sedili duri” con persone che occupano ogni centimetro di spazio disponibile. Noi tre sediamo tutti con persone differenti, ma non troppo lontani. I miei vicini vengono tutti dalla provincia dell’Henan. Wang Chuyun, 23 anni, fa il dentista a Shenzhen. Ma Qingqing, 22 anni, lavora in un’azienda di componenti automobilistiche. I due giovani seduti di fronte a me sono impegnati a divorare spaghetti istantanei e a sonnecchiare.
Il tempo passa. Ho la mia fotocamera e il microfono in mano e così le persone velocemente si abituano ai mie scatti fotografici. Posso sentire il suono di una radio che passa delle canzoni tradizionali, e i miei vicini si scambiano suggerimenti sulla miglior maniera per prenotare i biglietti del treno per il viaggio del prossimo anno. “Comprare i biglietti su internet è molto difficile” dice Yuan. “ Al telefono, cominciano a venderli alle nove di mattina, ma quando riesci a prendere la linea, sono stati già tutti venduti”.
E’veramente sorprendente rendersi conto del numero delle persone che viaggiano. Secondo la Xinhua, l’agenzia giornalistica ufficiale cinese, questo capodanno verranno compiuti 3.41 miliardi di viaggi.
Arriviamo a Shangqiu, nell’Henan, verso le sette di mattina e scendiamo dal treno che continua il suo tragitto verso Zhengzhou. Veniamo colpiti da una temperatura di zero gradi. Ci precipitiamo alla vicina stazione dei pullman e saliamo su un minuscolo pulmino che ci trasporta attraverso la grigia campagna per più di due ore. Una piccola tv trasmette un vecchio film del grasso Chow Yun.
Arriviamo nel distretto di Sui e da lì prendiamo un taxi per Liu Lou, il villaggio natale dei due lavoratori migranti. Nella macchina i due genitori fanno fatica a contenere la loro emozione. Fotocamera alla mano cerco di non perdere questi momenti.
Quando il taxi si ferma, i genitori e il figlio di Yuan stanno già aspettando sulla porta. I loro abbracci sono calorosi, ma senza le effusioni che ci si aspetterebbe da parenti che sono stati separati per un anno. I regali vengono velocemente scambiati all’interno della casa: Jinkang riceve un paio di scarpe azzurre e un nuovo cappotto, altri due vengono regalati anche ai nonni.
La casa della famiglia Yuan è una delle più modeste del villaggio. Non c’è l’acqua corrente, né il riscaldamento e l’elettricità viene usata poco. I mobili sono scarsi. Un erogatore di acqua calda è tutto quello che serve per mantenerci al caldo, dato che le porte sono costantemente lasciate spalancate. Di notte, spesse coperte tengono lontano il freddo pungente.
Le nostre giornate le trascorriamo mangiando, riposando e svolgendo le tradizionali attività del Capodanno. I nonni preparano i ravioli il sabato pomeriggio e li mangiamo la mattina dopo. Il giorno di Capodanno facciamo visita alle famiglie degli amici più cari e la maggior parte della serata del sabato è dedicata a sistemare i fuochi d’artificio di ogni forma e grandezza con i bambini del villaggio, mentre i genitori si riuniscono nei capannelli fuori dalle case.
Domenica, nonostante i miei sforzi per ricordargli che non sono un ospite, la famiglia e alcuni parenti mi portano a visitare la città, facendomi vedere una sfilata di strada, un vecchio parco divertimenti e poi portandomi in un ristorante a mangiare la pignatta mongola. Avrebbero fatto le stesse cose se non ci fossi stata io? Non lo saprò mai.
Alcuni parenti di Yuan se la passano relativamente meglio e, non so se volontariamente o meno, gli ricordano la sua condizione di lavoratore migrante facendoci fare un giro sulla loro macchina nuova o mostrandoci un’agenzia immobiliare appena aperta, proprietà di uno di loro. I magri risparmi di Yuan scompaiono al confronto. Ma, indipendentemente da quanto poco possiedono, Yuan, Zhang e la loro famiglia condividono tutto con me.
Nella settimana che trascorro con loro rimango stupefatta dalla velocità con cui dimenticano la telecamera e cominciano a comportarsi con naturalezza. Mentre ho sempre cercato di diventare “invisibile”, non è servito molto tempo a Yuan per capire che doveva ignorare la mia presenza. Yuan Jinkang all’inizio esita, ma riesco a portarlo dalla mia parte facendogli vedere le mie foto e facendolo così sentire lusingato.
Immortalo i momenti intimi della famiglia: Yuan e suo figlio che fanno i fuochi d’artificio nel cortile, l’intera famiglia riunita in camera da letto per vedere il programma annuale di Capodanno della CCTV, Yuan, sua moglie e suo figlio incollati l’uno all’altro nel letto.
Zhang, invece, rimane abbastanza sicura di sé davanti alla telecamera per tutta la settimana. Percepisco che sta cercano di mostrare un’immagine positiva della famiglia e di cancellare tutte i segni visibili della loro mancanza di risorse economiche. So che sto soltanto grattando la superficie delle loro vite e che ci sono cose che non vogliono condividere con me. Una notte mi sveglio a causa di Zhang che parla piangendo con suo marito nel dialetto, a me incomprensibile, dell’Henan.
Domani Yuan e Zhang ripartiranno per Shenzhen, per tornare in tempo per il turno di Lunedì. Per Yuan questo è l’unico tempo a disposizione per stare con i genitori e con il figlio, con il quale rimane unito. “So che gli manca l’amore dei genitori, ma non c’è nulla che possiamo fare. Posso solo sperare che i nostri sforzi miglioreranno la vita di tutti noi”.
Lo scorso lunedì sono tornata ad Hong Kong, ma è stato senza dubbio uno dei migliori capodanni lunari di cui sia mai stata testimone.
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