martedì 26 febbraio 2013

E pensare che la Sardegna è quasi un continente...diceva Marcello Serra


Brics: 5 Paesi diversi con un obiettivo comune, crescere - TACCUINO DA SHANGHAI‏
Il Sole 24 ORE - Radiocor 26/02/2013 - 15:25
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NOTIZIARIO ASIA

### Brics: 5 Paesi diversi con un obiettivo comune, crescere - TACCUINO DA SHANGHAI
di Alberto Forchielli*

Radiocor - Shanghai, 26 feb - Raramente un acronimo come Brics e' stato cosi' fortunato. Ne esistono altri - come Civets o N.11 - ma nessuno ha conosciuto una diffusione cosi' massiccia. Merito dell'intuizione e della 'I' di India che ha reso tutto piu' pronunciabile e intellegibile. Anche la S del Sudafrica da' rotondita' all'ensemble. Una sintesi di Goldman Sachs ha catturato l'interesse degli studiosi, l'attenzione dei media, il cervello dei cinque leader. Oggi Brics e' anche un summit di capi di stato e di governo, l'ipotesi di una Banca internazionale alternativa alla World Bank, un asse ufficioso nei summit globali. Ottimi risultati per un acronimo costruito a tavolino, frutto di una geniale creativita'. In realta' i paesi Brics hanno molto poco in comune. Sono dunque scarse le possibilita' di accomunarli. La piu' importante e' questa: sono diversi da noi, dal modello di sviluppo dei paesi industrializzati. Cio' non li rende assimilabili se non in negativo: sono quello che non siamo noi, un tipico esempio di 'west and the rest'. La Cina e' la fabbrica del mondo e l'India ne e' il suo ufficio. La Russia soffre la crisi e si affida alle sue infinite materie prime, mentre solo il lavoro e le scelte politiche aiutano Brasile e Sudafrica. Alcuni paesi sono sovrappopolati, altri hanno una densita' ridotta. Soprattutto, alcuni paesi hanno abbracciato la democrazia politica, alcuni ne hanno un concetto limitato, altri infine non la conoscono e non sembra desiderino di farlo. Tuttavia sono diversi e crescono, mentre il resto del mondo ristagna. Questo e' il fatto che inquieta: che un modello nuovo - e forse alternativo - e' possibile. Non c'e' bisogno dunque di analisi piu' capillari: nell'ossessione per la crescita, ogni esperimento per conseguirla e' giustificato. Il timore piu' grande arriva dalla Cina, che non a caso rappresenta da sola il 50% del Pil dei Brics. Inoltre il gigante asiatico rappresenta per gli altri quattro paesi il maggiore partner commerciale. Molto spesso questa posizione e' stata sottratta agli Stati Uniti. Esiste il rischio di confondere la parte per il tutto, ma sarebbe un errore. Intimorite dai muscoli di Pechino, le cancellerie occidentali la accomunano ad altre capitali, rendendo i Brics piu' forti di quello che sono. Nessuna paura: Pechino ha gia' tanti problemi al suo interno che non vede il bisogno di assumerne altri. Coinvolgerla nei Brics non e' ne' saggio, ne' lungimirante.

* presidente di Osservatorio Asia

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