mercoledì 6 febbraio 2013

Dal faccia a faccia fra gli Stati Uniti e la Cina cosa ne verrà fuori ?


CULTURA
Cina al centro del dibattito 
geopolitico di Firenze


Roma, 6 feb.- Il nuovo gruppo dirigente che si è insediato dopo il Congresso del Partito comunista alla fine del 2012 è destinato ad accompagnare la Cina verso il primato assoluto. È arrivata al potere la prima generazione che non ha fatto la rivoluzione. La formula per la successione nella continuità, costruita con un occhio a Marx e uno a Confucio, sembrava perfetta, ma dietro ai rituali fin troppo stanchi sono emerse disfunzioni di persone e di sistema. Le scadenze della politica potrebbero essere costrette a tenere il passo con lo sviluppo dell’economia e le trasformazioni accelerate della società. Secondo Sergio Romano, la Cina è già adesso una sorta di mostro mitologico con una testa comunista e un ventre capitalista. C’è chi teme e c’è chi auspica un Gorbaciov cinese. La minaccia non viene più solo da Internet o dal Dalai Lama. La Cina ha grandi responsabilità sul piano internazionale e, oltre i Brics e il G20, si va verso un faccia a faccia con gli Stati Uniti del secondo mandato di Barack Obama.


Questi e altri ancora i temi hce verranno trattati presso il "Circolo “Vie Nuove”  di Firenze che ospiterà nei prossimi giorni il XIV Corso di Geopolitica.
Di sotto il programma degli incontri, in collaborazione con il Forum per i Problemi della Pace e della Guerra.

Corso di Geopolitica – XIV edizione  2013
7 febbraio – 25 marzo 2013


Giovedì 7 febbraio 2013
Il mondo, la Cina e noi
Tavola rotonda con Silvio Beretta (Università di Pavia)
Francesco Palmieri / Alessandra Spalletta  (Agi China 24 – responsabili giornalistici)
coordina Gian Paolo Calchi Novati (Università di Pavia / Ispi Milano)

La Cina ci preoccupa quando cresce troppo e ci preoccupa quando i suoi ritmi di sviluppo sembrano incepparsi influendo sull’export-import. I rapporti con una Cina sempre più vicina appartengono alla politica estera, alla diplomazia, ma per altri aspetti riguardano la politica interna e la vita stessa di noi italiani, dell’Europa e dei paesi di tutte le latitudini. Una politica estera dell’Unione europea potrebbe diluire l’emergere, che pare inevitabile, di un G2 come governo del mondo?

(Tavola rotonda ad ingresso libero)

Lunedì 11 febbraio 2013
Il Partito comunista e il socialismo di mercato
Marco Del Corona (Corriere della Sera)

Dopo le grandi personalità di Mao, Zhou Enlai e Deng Xiaoping, la classe dirigente cinese ha perso un po’ del suo impatto personalistico, almeno nella percezione dell’opinione pubblica mondiale. Resta ben presente in compenso la funzione del Partito comunista. Le dispute fra Mosca e Pechino hanno perso di attualità eppure non si può non pensare all’“ideologia” quando si confrontano la prassi del potere e le scelte dell’economia, immerse nelle logiche dei consumi e dell’individualismo. La Cina è comunista o capitalista?


Lunedì 18 febbraio 2013
Dietro ai grandi numeri le persone, le età, i generi, le città e le campagne
Michelangelo Cocco (il Manifesto)

Si fa presto a dire un miliardo e mezzo di donne e uomini. I cinesi non sono tutti uguali. Non erano uguali nemmeno quando i più indossavano la giacchetta blu e il berretto alla Mao. Tanto meno sono uguali oggi. La diversità riguarda le generazioni, l’habitat, gli stili di vita. Capire i tanti volti anche contraddittori della società cinese guardando in faccia i cinesi di tutti i giorni.


Martedì 26 febbraio 2013
Un protagonista della finanza internazionale,
fattore di stabilità o di squilibrio?
Franco Bruni (Università Bocconi, Milano e Ispi)

Il controverso rapporto fra yuan renminbi e dollaro (o euro). È solo un aspetto del modo in cui la Cina partecipa al big game dell’economia mondiale. La Cina possiede una bella fetta del debito estero degli Stati Uniti. La Cina influisce pesantemente sul volume degli scambi e degli affari. La Cina fa incetta di energia e altre risorse primarie in Africa. Ma la Cina è dentro o fuori quel poco o tanto di disciplina o autodisciplina che regola il “mercato”?


Lunedì 4 marzo 2013
Rivali o gemelli. Le incognite del confronto con gli Stati Uniti

Federico Romero (Istituto Universitario Europeo, Fiesole)

Gli analisti non hanno dubbi. Gli Stati Uniti guardano all’Asia e hanno messo in secondo piano l’Europa, il Pacifico viene prima dell’Atlantico e tanto più del Mediterraneo. Tutte le strategie sono orientate a preparare il confronto-scontro a due fra Cina e America. La presenza della Cina è visibile ovunque e non si sa fin quando Pechino rispetterà la consegna del “profilo basso” finché non siano in gioco interessi vitali.



Lunedì 11 marzo 2013
Il Risiko terra-mare dell’Asia orientale: rotte, basi e risorse
Simone Dossi (Torino World Affairs Institute)

Sono ricorrenti le crisi o crisette nello spazio che unisce o divide la Cina, il Giappone, la Corea e l’Asia del Sud-Est. Le poste sono isole i cui nomi saranno anche poco conosciuti ma la cui posizione è cruciale per il controllo delle risorse, delle rotte internazionali e degli scali. La contraddizione fra l’intensificarsi delle relazioni economiche della Cina con l’Asean, l’organizzazione degli Stati dell’Asia sud-orientale, e d’altra parte le tensioni che oppongono Pechino in particolare alle Filippine e al Vietnam. Intanto, le elezioni del dicembre 2012 hanno portato al governo in Giappone un personaggio e un partito che fanno della sfida con la Cina uno dei temi prioritari. Ultimo paradosso, Taiwan si schiera con Pechino in nome dell’intangibilità della Grande Cina.


Lunedì 18 marzo 2013
Le Chinatown fra folclore e politica
Daniele Cologna (Università dell’Insubria, Como)

Siamo abituati a vedere nei quartieri cinesi delle metropoli europee e americane un’occasione turistica. In effetti, la rete delle diaspore cinesi è un avamposto della politica della Cina nella sua dimensione più vasta e complessa. Le comunità cinesi in Asia orientale hanno sicuramente stimolato lo sviluppo della Repubblica popolare con i loro capitali e le loro esperienze. I cinesi sono parte anche, con mansioni e professioni lecite o illecite, del più recente fenomeno dell’emigrazione Sud-Nord. Quanti sono i cinesi in Italia? Si parla spesso dei cinesi di Firenze-Prato, di Milano, di Piazza Vittorio a Roma. Pregiudizi, luoghi comuni e ricerca sociologica.


Lunedì 25 marzo 2013
Dissidenti e minoranze, mine vaganti per il sistema
Alessandra Cappelletti (Università l’Orientale, Napoli)

Democrazia e diritti umani in Cina sono un argomento ricorrente nel mondo, e non solo ai fini di una facile polemica. Il buon funzionamento del sistema dipende dall’osservanza di esigenze che emergono dalla stessa società cinese. Nelle campagne, nelle industrie e nelle miniere contadini e operai si battono per migliorare le condizioni di lavoro. La dissidenza si esprime nella letteratura, nell’arte, via Internet. Grande eco hanno in particolare le rivendicazioni delle minoranze e le relative repressioni. I buddhisti del Tibet o i musulmani uyghur del Xinjiang possono apparire trascurabili in termini numerici ma occupano territori immensi in zone di primissima importanza dal punto di vista strategico. I diritti delle persone e delle comunità, così come la difesa dell’ambiente e delle tradizioni, sono comunque valori in sé e come tali vanno trattati.


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