venerdì 8 febbraio 2013
e noi per Giugno 2013 che programmi abbiamo ? a parte il mitico passato....
MERCATI
TURISMO CINESE: ITALIA
A LEZIONE DI ACCOGLIENZA
di Caterina Pintus
Roma, 8 feb.- Passeggiando in questi giorni per le strade delle principali città italiane non è raro imbattersi in comitive di turisti cinesi. Complice il Capodanno che regala un’intera settimana – “d’oro”, come viene definita - durante la quale sempre più persone scelgono di volare oltre Muraglia.
Secondo le previsioni della “China Tourism Academy” quest’anno circa 200 milioni di cinesi si metteranno in viaggio in questo periodo, con un incremento del 20% rispetto all’anno scorso. Le destinazioni principali del turismo nazionale saranno le tradizionali Pechino, Shanghai e Sanya (città della provincia di Hainan, arcipelago del Mar Cinese meridionale), mentre quello internazionale avrà come mete più gettonate le esotiche Maldive, Bali e l’isola di Phuket, oltre alle solite Hong Kong, Singapore, Thailandia e Stati Uniti.
Lo sviluppo del turismo cinese è cominciato negli anni Novanta quando il governo ha istituito dei periodi lunghi di vacanza, le già citate “settimane d’oro”, in occasione delle principali festività: Capodanno, Festa Nazionale e Festa del Primo maggio. Recentemente sia il turismo interno che all’estero sono cresciuti a ritmi incalzanti raggiungendo tassi da record. Il turismo domestico ha avuto, negli ultimi dieci anni, un aumento costante di circa il 10% all’anno, contribuendo con più del 4% alla crescita del Pil nazionale e facendo da apripista a quella del turismo outbound. Il numero di cinesi che ha volato fuori dai confini nazionali ha superato i 70 milioni e le ultime stime pubblicate dalla “China National Tourism Administration” prevedono che si raggiungerà la quota di 100 milioni entro il 2015. Ormai la Cina contribuisce da sola al 30% della crescita del turismo internazionale e in pochi anni ha scalato le posizioni della classifica dell’Organizzazione Mondiale del Turismo sui paesi che spendono di più per viaggi all’estero, posizionandosi terza dopo Germania e Stati Uniti.
Riuscire ad attrarre questo flusso rappresenta una sfida e un’opportunità per gli operatori di tutto il mondo. Ma come si sta preparando l’Italia?
Il numero di turisti cinesi che visita in Belpaese è in aumento, anche se rimane basso rispetto al numero complessivo di turisti che viaggiano all’estero ogni anno. Basti pensare che secondo le cifre dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo relative al periodo 2006-2011, i visti rilasciati per l’Italia si sono fermati a 154.401, pochi se si considera che i turisti che hanno viaggiato all’estero sono stati oltre 70 milioni.
Tuttavia grazie anche alle sue eccellenze e ai grandi marchi l’Italia rappresenta una meta molto ambita dal Dragone. Tanto che di recente sempre più alberghi si stanno attrezzando per accogliere al meglio la clientela cinese. I grandi alberghi già abituati ai turisti cinesi, che arrivano per motivi di lavoro o in grandi gruppi, cominciano ad avere dei programmi specifici (ad esempio il programma “Ni hao” del Park Hyatt Hotel di Milano o il programma “Hilton Huanying” del Rome Cavalieri- Waldorf Astoria Hotels e Resorts).
Ma in Cina sono sempre di più le persone che scelgono di viaggiare individualmente organizzando la loro vacanza su internet attraverso social network e portali dedicati al turismo. Così anche “i piccoli alberghi cominciano a ricevere prenotazioni di cinesi” spiega ad AgiChina24 Alessandro Zucconi, vicepresidente del comitato giovani della Federalberghi di Roma. E se non si è preparati c’è il rischio che con loro arrivo, che hanno richieste diverse rispetto a quelle di europei e americani, può portare allo scontro culturale. " I cinesi, per motivi sia storici che attuali, hanno il mito del progresso e spesso quando arrivano a Roma rimangono delusi dal nostro culto per il passato e per i nostri antichi monumenti. Quando sono qui bisogna fargli capire che, pur conoscendo e rispettando la loro cultura, noi abbiamo il mito del passato e dobbiamo cercare di sensibilizzarli sulla tradizione antica. Dobbiamo fargli capire l’importanza di questa città, che ha una storia di quasi tremila anni, per far sì che l’ospite sia soddisfatto del soggiorno e della città perché ogni albergo diventa una sorta di ambasciata di Roma” aggiunge il vice presidente del comitato giovani di Federalberghi.
Queste “piccole ambasciate” stanno gradualmente adattando alcuni servizi cuciti su misura per il cliente cinese, come ad esempio offrire l’acqua calda e una colazione più asiatica. “ Quasi tutti gli alberghi stanno inserendo il bollitore in camera, che è una necessità anche di altri clienti. Inoltre molti stanno cercando di ampliare l’offerta della colazione inserendo dei piatti salati che soddisfino i gusti asiatici oppure ampliando la scelta dei tè. All’interno di Federalberghi Roma, in ogni caso, c’è un processo di formazione permanente volto a sensibilizzare gli albergatori, ma anche i singoli ricevimenti. La cosa importante è riuscire ad attirare l’attenzione dei cinesi facendogli capire che oltre a date e pietre ci sono anche delle persone, per fare ciò non è necessario conoscere la loro lingua, ma basta uno sguardo e un saluto all’ospite che passa” conclude Alessandro Zucconi.
Anche nel resto d’Italia le iniziative non mancano. “In questi anni molte realtà, come ad esempio Napoli, Vicenza, Torino e la Sicilia, hanno ospitato educational per Tour Operator cinesi, mentre altre, come Verona, Cremona e Alghero, hanno ospitato troupe televisive e tutte hanno preso parte a fiere turistiche e convegni in Cina e gemellaggi istituzionali” spiega Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing del turismo al CST (Centro Studi Superiori sul Turismo) di Assisi e autore del manuale “Come accogliere i turisti cinesi”. “Anche se”, aggiunge, “tutto ciò è avvenuto senza una vera preparazione e una conoscenza adeguata del mercato turistico cinese”.
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