sabato 23 febbraio 2013
E' normale che ciascun elettore anche cinese abbia i suoi ideali....cosa che al contrario molti nostri ex politici non hanno mai avuto.
GLI ELETTORI CINESI STRIZZANO
L'OCCHIO AL CENTRO-DESTRA
di Sonia Montrella e Alessandra Spalletta
Twitter@SoniaMontrella
Twitter@Aspalletta
Hanno collaborato Lara Bruno, Nataly Ada Rivera e Caterina Pintus
Roma, 21 feb.- Quello dell’Esquilino, la Chinatown romana, è tradizionalmente un quartiere ‘rosso’, che pressione fiscale, promesse di restituzione dell’IMU e incontri con i candidati stanno man mano ‘sbiadendo’. Lo sostengono alcune delle voci più interne e autorevoli della comunità cinese contattate da AgiChina24 che hanno provato a fare una stima degli elettori cinesi della capitale e dei loro orientamenti politici.
“Tra Roma e il Lazio, compresa la seconda generazione, gli elettori cinesi dovrebbero essere intorno ai 5000, ma credo che non più della metà di loro andrà a votare” spiega Lucia Hui King, portavoce del comitato di rappresentanza della comunità cinese in Italia e delegato del sindaco della capitale Gianni Alemanno. “Dovrebbero essere sui 500 a Roma” sostiene invece Hu Lanbo fondatrice della rivista bilingue cinese-italiano Cina in Italia e autrice di due romanzi.
A risolvere il ‘mistero’ del numero degli aventi diritto al voto ha pensato Associna, associazione di italo-cinesi di seconda generazione presieduta da Marco Wong. “Non si conoscono con precisione i numeri, ma stiamo cercando di fare una stima grazie ad un’indagine statistica – spiega ad AgiChina24 Wong -. Ad ogni modo abbiamo avuto modo di constatare che la percentuale di votanti non è altissima, è intorno all’1-2% dei cinesi residenti in Italia (che nel 2010 si attestavano attorno ai 300mila, ndr). Questo si spiega anche col fatto che la Cina non riconosce la doppia cittadinanza: molte persone, pur avendo i requisiti, esitano a chiedere il passaporto italiano perché potrebbero perdere il legame con le proprie origini. La maggior parte degli aventi diritto è formata da giovani nati in Italia, e quindi più interessati ad esprimere il proprio voto”.
Ma qual è l’orientamento politico dei cinesi in Italia?
“Per tradizione, per stampo ideologico o anche solo per abitudine, i cinesi votano a sinistra, ma molte persone sono persuase dalla proposta del rimborso dell’IMU di Berlusconi e quindi potrebbero votare a destra” spiega Lucia Hui King. “Tuttavia, in generale, c’è molta indecisione. Credo che l’orientamento politico dei cinesi sia molto influenzato dagli incontri che i candidati svolgono ed hanno svolto con la comunità cinese”. A questi candidati vengono poste delle domande dalla comunità e vengono valutate le risposte più convincenti, ha continuato la King sottolineando che proprio questi incontri hanno fatto salire il tasso di simpatia della comunità nei confronti di Alemanno. “Sono in contatto diretto con il Sindaco e gli ho posto diverse problematiche della nostra comunità. Posso dire che si è sempre interessato, anche spontaneamente, di verificare che dopo il suo intervento le cose fossero migliorate, e questo rende piacevole la collaborazione. Possiamo quindi ritenerci soddisfatti dell’interessamento del comune di Roma verso di noi, anche a detta dell’Ambasciata cinese”.
Per Marco Wong è difficile tracciare un profilo dell’elettore cinese: “da un certo punto di vista parliamo di persone che, in percentuale maggiore rispetto ad altre comunità, svolgono il lavoro di imprenditori e commercianti, e che proprio per il background professionale forse potrebbero tendere un po’ di più verso il centrodestra. Però per altri temi sensibili, storicamente, il centrodestra si colloca su posizioni che puntano l’accento sul controllo repressivo dell’immigrazione, associandolo spesso a fenomeni negativi. Questa è la tendenza, specie a livello nazionale, del centrodestra che tra l’altro ha un’alleanza con la Lega che è solitamente portatrice di certe istanze, ovviamente invise ai cinesi. La propensione a destra o a sinistra deriva molto dalla maggiore o minore sensibilità verso certe tematiche, perciò è molto difficile riuscire a dare una caratterizzazione”.
Ma cosa pensano allora i cinesi in Italia di Berlusconi, di Bersani, di Monti e di Grillo?
"Sicuramente – spiega Wong - per Berlusconi c’è una certa ammirazione per quello che ha saputo costruire come imprenditore, mentre non c’è lo stesso tipo di ammirazione nei confronti dell’uomo politico, soprattutto per il suo modo di fare che non è giudicato serio se paragonato a quello dei politici cinesi. Per quanto riguarda gli altri uomini politici, Beppe Grillo è un personaggio nuovo quindi magari c’è un interesse, ma quello che pesa nei suoi confronti sono alcune battute sui cinesi non molto simpatiche e che erano state ripetute in vari casi. Monti, non è molto conosciuto perché è da poco al potere, mentre Bersani è forse più identificabile come appartenente a un partito solido. Sicuramente tra i vari personaggi politici Berlusconi è quello più conosciuto, perché è stato al potere per così tanto tempo, mentre gli altri lo sono un po’di meno”.
Hu Lanbo invece non ha dubbi: è il Pd di Bersani a convincere di più la comunità cinese.
A far da ago della bilancia in cabina elettorale sembra essere la pressione fiscale: “hanno gravato moltissimo sulle attività commerciali cinese – sostiene Lucia Hui King - . Almeno il 30% dei cinesi dell’Esquilino ha venduto o si sta dedicando ad altre attività. Non sto dicendo che lasciano l’Italia ma sicuramente stanno pensando di fare qualcos’altro. Per esempio c’è una rimonta dei ristoratori, che sembrano aver risentito di meno della crisi”. “Se paragonato al regime di tassazione cinese, uno che viene dalla Cina è spaventato dal livello di pressione fiscale che c’è in Italia – dichiara Wong -. Ma oltre alla pressione fiscale un’altra cosa che spaventa: il diritto italiano.
Cosa si aspettano, a questo punto, dal prossimo governo gli elettori cinesi?
“Per la comunità cinese in Italia questo è un periodo molto duro” dice Hu Lanbo. “Anche noi abbiamo risentito fortemente della crisi. Quindi speriamo in una nuova politica che sia in grado di farci superare questo fase negativa e che si apra di più anche nei confronti della Cina, considerato che molti commercianti italiani sono in affari con il nostro Paese. In secondo luogo, i commercianti cinesi che operano in Italia dovrebbero essere aiutati dal governo. E infine andrebbero rivisti i forti controlli della polizia sulla comunità cinese, perché anche i residenti cinesi chiedono uguaglianza: il controllo deve essere per tutti, non solo per noi”.
Lucia Hui King chiede al prossimo governo “quello che penso chiedano tutti gli immigrati: la cittadinanza, dato che noi viviamo qui e diamo anche un grandissimo contributo economico al paese: potrei dire al mio paese, perché per me l’Italia è come se fosse la Cina”. “Desideriamo un governo stabile che ci consenta di vivere e lavorare bene in Italia” le fa eco Sara Fang, direttrice della rivista Tempo Europa Cina (Ou Hua Shi Bao). Per Marco Wong in cima alla lista delle richieste ci sarebbe il rilancio dell’economia, “perché la crisi attuale sta colpendo non solamente gli italiani, ma anche le comunità straniere in Italia”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento