giovedì 6 febbraio 2014

POLITICA INTERNAZIONALE
XI A SOCHI PER RINSALDARE PARTNERSHIP CON PUTIN

di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 6 feb. - Mancano poche ore all'inizio dei Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014. Oggi il presidente cinese Xi Jinping si è recato nella città sul Mar Nero per assistere alla cerimonia di inaugurazione della rassegna olimpica e vi rimarrà per tre giorni. La partecipazione di Xi è stata annunciata nei giorni scorsi dal Ministero degli Esteri. La Cina attribuisce grande importanza alle Olimpiadi, aveva dichiarato nei giorni scorsi il portavoce Hong Lei, e Xi sarà presente per testimoniare la partecipazione attiva della Cina. A Sochi, Xi Jinping incontrerà il presidente russo Vladimir Putin per la prima volta nel 2014 e la permanenza in territorio russo, dicono gli analisti sentiti in queste ore dall'agenzia di stampa Xinhua, sarà l'occasione per rinsaldare i rapporti tra Pechino e Mosca.

Molti i temi da discutere, magari in maniera informale, durante i Giochi di Sochi, tra Putin e Xi. Tra i più importanti, e ancora in sospeso, c'è l'accordo sul prezzo base per la maxi-fornitura da 38 miliardi di dimetri cubi di gas alla Cina. Gazprom e CNPC non hanno ancora raggiunto un accordo dopo gli incontri, negli uliti giorni di gennaio, a Pechino, tra i vertici dei due gruppi statali, e rimandato la decisione finale a maggio, quando Putin si recherà in visita di Stato nella capitale cinese. Durante l'incontro, Zhou Jiping, presidente di CNPC, e la sua controparte di Gazprom, Alexei Miller, avevano "raggiunto il consenso su molti punti chiave", recitava un comunicato del gigante cinese degli idrocarburi, ma manca ancora il sigillo definitivo all'accordo.

La Cina rappresenta un cliente molto importante per Mosca. Lo scorso anno, durante il primo viaggio fuori dai confini nazionali come presidente cinese, Xi Jinping e Vladimir Putin hanno siglato un accordo per una maxi-fornitura di greggio attraverso la condotta orientale da Mosca a Pechino pari a 600mila barili al giorno: un'intesa che durerà 25 anni, e che ha un valore di 270 miliardi di dollari, con la possibilità, spera Putin, che il dato finale arrivi a 900mila barili al giorno. Ma non ci sono solo i maxi accordi a legare i giganti degli idrocarburi cinesi e russi.

CNPC ha recentemente acquisito una partecipazione del 20% nel progetto di sviluppo di LNG di Yamal, nell'estremo nord della Russia, operato dalla russa Novatek per tre milioni di tonnellate all'anno: una mossa che alcuni vedono come un allentamento della presa di Mosca sulle proprie risorse, e un avvicinamento all'orbita cinese. Il rinnovato interesse russo verso la Cina, che ha già preso il nome di "pivot a est" -a scapito dei paesi europei- ha trovato un'ulteriore conferma a ottobre, durante il viaggio a Pechino del primo ministro russo Dmitry Medvedev. Nella capitale, Medvedev ha firmato 21 accordi energetici assieme al CEO di Rosneft, Igor Sechin, e al ministro per l'Energia, Alexander Novak. "Abbiamo raggiunto una più alta via di collaborazione" con la Cina, aveva dichiarato Medvedev a Pechino, mettendo il suo personale sigillo sui rapporti tra Pechino e Mosca.

A Sochi sarà presente, oltre a Xi Jinping, anche il primo ministro giapponese, Shinzo Abe. La stampa cinese ha già scritto che i due si ignoreranno, ma nessuno dei due leader potrà ignorare Putin. Le polemiche delle ultime settimane hanno segnato ancora una volta la distanza tra Pechino e Tokyo. La Cina, tramite il suo inviato alle Nazioni Unite, Liu Jieyi, ha definito l'amministrazione Abe fascista per la visita del primo ministro al tempio Yasukuni, dove sono sepolti anche quelli che Pechino definisce criminali di guerra. A gennaio, Abe aveva rinfocolato le polemiche con la Cina definendo la sua aggressività simile a quella della Germania alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. L'arrivo di Abe a Sochi è stato preceduto nelle ultime ore da un articolo pubblicato sul quotidiano Mainichi Shimbun secondo il quale Mosca avrebbe rifiutato l'aiuto di Pechino nelle rivendicazioni territoriali con il Giappone per alcuni territori delle Isole Curili, che Tokyo rivendica come parte integrante del suo territorio. L'articolo, che cita anonime fonti diplomatiche, afferma che i tentativi cinesi di spalleggiare Mosca sarebbero iniziati nel 2010, e che la Russia avrebbe sempre negato l'assenso.

Abe e Putin parleranno, in questi giorni, anche delle Isole Curili, ma difficilmente, spiegano funzionari del Ministero degli Esteri giapponese, la questione verrà risolta in tempi brevi. I rapporti tra Giappone e Russia si sono ammorbiditi negli ultimi tempi: Abe è stato il primo leader giapponese degli ultimi dieci anni a visitare Mosca e i Giochi di Sochi possono essere un'occasione per "costruire una relazione di fiducia" tra Mosca e Tokyo, come affermava, martedì scorso, il capo di gabinetto, Yoshihide Suga. Gli sforzi della diplomazia giapponese si inseriscono, però, in un momento di rapporti diplomatici molto cordiali tra Pechino e Mosca.

Vladimir Putin è stato il primo leader straniero incontrato da Xi Jinping dopo l'insediamento a presidente cinese, nel marzo scorso. Il suo viaggio a Mosca rispetta la tradizione, che vuole il neo-presidente della Cina in viaggio verso Mosca alla prima uscita dal Paese, come aveva fatto anche Hu Jintao dieci anni prima. Ma il rapporto tra Putin e Xi va oltre l'alleanza strategica e diventa -a giudicare dalle parole del presidente russo di fronte alle telecamere di CCTV- un'amicizia vera e propria, con i due che mangiano sandwich e bevono vodka insieme in occasione dell'ultimo compleanno dello stesso Putin, a ottobre scorso. Un'amicizia corroborata anche dalle analisi del rapporto "Russia pivot East" redatto dalla società di consulenza Wood McKenzie a settembre scorso, e che prevede entro il 2025 un quadruplicarsi degli scambi energetici tra Pechino e Mosca rispetto ai valori attuali.

06 febbraio 2014

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