Il calo dei prezzi è un serio pericolo
Europa a rischio di deflazione
di Simonetta Scarane
Il rallentamento della crescita dei prezzi in numerosi paesi industrializzati da più settimane potrebbe diventare una seria minaccia, secondo il Fmi, con conseguenze disastrose sulla ripresa economica. «La deflazione è un orco», l'ha definita il direttore esecutivo dell'Fmi, Christine Lagarde, «e va combattuta a tutti i costi».
Eurostat ha registrato l'aumento dei prezzi dello 0,8% a dicembre, in Eurolandia. Cioè a dire dell'1,4% in media sul 2013, ben al di sotto dell'obiettivo della Bce (Banca centrale europea) al 2%. In dicembre l'inflazione è caduta al 2% nel Regno Unito e allo 0,9% negli Stati Uniti. Se in un primo tempo, la bassa inflazione favorisce il potere d'acquisto, l'atonia dei prezzi rischia poi di innescare una spirale deflazionista rovinosa che si riversa sugli acquisti, che diminuiscono. Di conseguenza, si riducono gli ordini delle imprese e vengono penalizzati salari, investimenti e crescita. Lo sa bene il Giappone che sta cominciando ora a uscirne dopo due decenni. Il rischio di deflazione è elevato nella zona euro, secondo gli economisti dell'Fmi. L'assestamento dei prezzi fa scattare automaticamente l'aumento dei tassi di interesse reali negli stati debitori e questo rallenta il processo di riduzione del debito dei paesi ritenuti più a rischio. Nel 2014 le banche centrali dovranno attuare ancora politiche monetarie per accompagnare i timidi segnali di ripresa. Nell'area euro, la Bce dovrà fare ancora di più per respingere il rischio deflazionistico, secondo la Lagarde, soprattutto con la disoccupazione arrivata al 12,1%.
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