Partner industriale o socio finanziario?
Ombre cinesi sulla cessione del 29,9 per cento di Terna
di Michele Arnese
Partner industriale o socio finanziario? È questo il dilemma dellaCassa depositi e prestiti in procinto di ricevere entro venerdì prossimo le offerte per entrare nella controllata Cdp Reti.
Ai potenziali investitori, il gruppo statale presieduto da Franco Bassanini e guidato dall'ad, Giovanni Gorno Tempini, ha chiesto di presentare proposte con o senza la quota del 29,9% di Terna, di cui, al momento , non è stato ancora completato il trasferimento in Cdp Reti: la controllata della Cassa ha per ora solo la partecipazione in Snam.
Sono attese le buste con le offerte dei fondi sovrani di Abu Dhabi, Qatar e Kuwait, oltre a soggetti australiani o canadesi. E, soprattutto, c'è il pressante interesse del colosso pechinese State Grid Corporation of China.
Meglio un fondo finanziario, attento solo ai risultati dell'azienda e poco all'operatività della società, oppure un gruppo industriale, che non ha solo interesse di breve-medio termine ma di lungo periodo ed è quindi attento alle strategie industriali di Cdp Reti?
Le due opzioni, comunque, non sarebbe alternative ma potrebbero essere complementari. La sensazione è che nella Cassa si possa propendere, al netto delle considerazioni sui valori economici delle offerte, per il valore aggiunto che può fornire in termini di strategie, relazioni e dinamiche internazionali un colosso industriale come quello cinese.
Ma nulla, ovviamente, è deciso. Quello che da ambienti finanziari si apprende è che State Grid of China punta al 49 per cento della controllata di Cdp. E qualcuno nella maggioranza di governo inizia a bofonchiare, anzi a mugugnare.
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