CINA: LA SFIDA DEL SISTEMA PENSIONISTICO UNIFICATO
Pechino, 12 feb. - La recente dichiarazione della Cina sull'intenzione di voler unificare il piano pensionistico per la popolazione rurale e per i disoccupati delle aree urbane ha ottenuto numerosi consensi. La misura e' volta a ridurre il divario tra citta' e campagna, ma restano molte le sfide da affrontare. Il Consiglio di Stato venerdi' ha annunciato l'unificazione dei due sistemi pensionistici rurale e urbano, precedentemente separati, al fine di migliorare l'accesso ai servizi previdenziali. I fondi pensionistici individuali, di impiegati e funzionari governativi a vari livelli verranno raggruppati. Il governo centrale, inoltre, stanziera' maggiori fondi per gli abitanti delle aree centro-occidentali meno sviluppate. "La riforma portera' a una riduzione del divario di reddito tra aree rurali e urbane e favorira' l'urbanizzazione", ha dichiarato Lin Yi, direttore del Centro di Ricerca di Previdenza Sociale e Assicurativa della Southwestern University of Finance and Economics. La popolazione rurale costituisce circa la meta' dell'intera popolazione cinese e il governo sta cercando di favorire l'urbanizzazione per aumentare i consumi interni e assicurare una crescita economica sostenibile.
Sebbene sia un simbolo dell'integrazione tra citta' e campagne e di uguaglianza sociale, tuttavia questa trasformazione e' ben lontana dall'essere una panacea. Feng Jin, professore del Centro Ricerche per l'Occupazione e la Previdenza Sociale della Fudan University, ha dichiarato che "per varie ragioni, il sistema di previdenza sociale cinese varia molto da persona a persona e da regione a regione, e cio' genera disuguaglianze". Esistono infatti differenti piani pensionistici per impiegati aziendali, abitanti delle zone rurali, disoccupati residenti in aree urbane, e impiegati governativi o di istituzioni finanziate dal governo. Tutto cio' ha ovviamente generato un divario nei redditi pensionistici. L'opinione pubblica e' ben consapevole che i funzionari governativi nonostante non contribuiscano ai fondi pensionistici, usufruiscano, al momento del pensionamento, di rendite piu' alte rispetto ai lavoratori del settore privato e di quello agricolo. Per fare un esempio, Liu Weixiu, 60 anni, e'in pensione da 5 anni dopo esser stata impiegata presso l'Ufficio per l'Agricoltura della Municipalita' di Chongqing, nel sudovest della Cina. Oggi percepisce una pensione mensile di 4700 yuan (circa 563 euro).
Suo marito, Zhang Heping, 63 anni, ex impiegato presso un'impresa statale, riceve mensilmente 2000 yuan (circa 239 euro), nonostante abbia versato per il fondo pensionistico 300 yuan al mese (circa 35 euro) durante tutta la sua carriera; a differenza di sua moglie Liu, che non ha mai dovuto versare nulla. Il piano annunciato venerdi' e' semplicemente un'integrazione dei sistemi pensionistici per la popolazione rurale e i disoccupati delle aree urbane, introdotti rispettivamente nel 2009 e nel 2011. Grazie al contributo governativo, tutte le persone di eta' oltre 60 anni percepiranno una sovvenzione mensile proporzionata al reddito locale. La quota assicurativa comprende l'assicurazione di base, completamente fornita dal governo, e il conto pensionistico individuale, versato dagli stessi lavoratori. La quota pensionistica varia di regione in regione. Pechino, ad esempio, ha incrementato la quota dell'assicurazione di base per la quinta volta in quattro anni, portandola a 430 yuan al mese (circa 51 euro), mentre a Chongqing, sia i residenti delle aree urbane che quelli delle aree rurali, percepiscono solamente 80 yuan (circa 9 euro) mensili di assicurazione di base. "Che cosa sono 80 yuan al giorno d'oggi?", si chiede Ye Zhaochun, 46 anni, medico nel villaggio di Yangyan, a Chongqing che ancora non e' parte del piano pensionistico. Sebbene possa scegliere tra versare 100 yuan (circa 12 euro) o 900 yuan (circa 108 euro) sul suo conto personale fino al compimento dei 60 anni di eta', non e' comunque convinta che questo possa essere un buon investimento. Ye percepisce oggi un reddito mensile di 1000 yuan (circa 120 euro), mentre suo marito guadagna piu' di 2000 yuan (240 euro) come lavoratore migrante in citta'. In base ai dati del Ministero delle Risorse Umane e della Sicurezza Sociale, alla fine del 2013 il programma di assicurazione pensionistica cinese per le aree rurali e urbane copriva 498 milioni di persone e 15 regioni amministrative di livello provinciale avevano gia' messo in atto sistemi pensionistici unificati per i residenti delle aree rurali e i disoccupati delle aree urbane. Li Guoxiang, ricercatore presso l'Accademia Cinese di Scienze Sociali, ha dichiarato che "la ricerca di fondi per la creazione di un sistema pensionistico realmente unificato e' il maggior grattacapo per il governo".
Li ha inoltre sottolineato che "il raggiungimento di un'unificazione tra grandi e piccole citta' e tra regioni orientali e occidentali e' la sfida piu' ardua" e che "i governi locali non saranno propensi a incrementare le proprie uscite, ma se il tutto dovesse dipendere solo dal governo centrale, il progetto sarebbe difficilmente sostenibile".
"L'unificazione del piano pensionistico e' solamente un passo avanti", cosi' si e' espresso invece Wang Xujin, direttore del Dipartimento di Scienze Assicurative della Beijing Technology and Business University, aggiungendo che "la tendenza futura e' di integrare tutti i piani pensionistici, compresi quelli degli impiegati governativi e delle istituzioni finanziate dal governo". .
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