domenica 16 febbraio 2014

Per Antonio Polito, il cambio della guardia a Palazzo Chigi è molto facile da decifrare
Il Pd è cambiato e Letta è caduto
Renzi ha voluto prendere in mano la barra del governo 
 di Fabio Franchini Ilsussidiario.net

Matteo Renzi ha indicato la rotta: «Usciamo dalla palude» in cui si è impantanato il governo Letta. Il segretario del Pd ha sfiduciato di fatto il compagno di partito Enrico Letta. e il suo insediamento a Palazzo Chigi è questione di ore. Il progetto di Renzi (che propone un patto fino al 2018) è certamente coraggioso, ma in quanti lo seguiranno? E cosa succederà adesso nel panorama politico italiano? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Polito, direttore del Corriere del Mezzogiorno ed editorialista del Corsera.

Domanda.

Finisce il governo Letta, arriva Renzi. Tutto normale?

Risposta. Nei paesi normali si vincono le elezioni per andare al governo; questo non è accaduto e bisogna sottolineare che è molto tempo che non succede. E, soprattutto, non è normale che un unico partito produca tre premier in un anno: Bersani, presidente del Consiglio incaricato con un modello che prevedeva un'alleanza con il M5s; Letta, obbligato a fare le larghe intese con Berlusconi; e infine Renzi, che dovrebbe fare le larghe intese con Berlusconi fuori dal governo, ma in una maggioranza esterna che fa le riforme. D. Letta aveva detto: chi vuol venire al mio posto deve dire cosa vuol fare. Renzi lo ha fatto?

R: Beh, Renzi ha detto l'essenziale. ha chiesto la sua testa. Ecco, sui contenuti non ha detto molto, ma ha parlato della durata dell'incarico (fino al 2018) e dell'accelerata che vorrebbe imprimere, premendo sul pedale con più vigore rispetto a Letta. Certo, siamo ben lontani da un programma di governo. E a proposito...

D. Prego.

R.Il Pd non ha la maggioranza e dovrà contrattare il programma con le altre forze parlamentari. Cosa che Alfano ha subito ricordato,.

D. Ma Letta è caduto effettivamente perché serviva una svolta o per rivalità politiche interne?

R. Letta ha fatto poco, ma prima l'esecutivo è stato bloccato per due-tre mesi dai ricatti di Berlusconi e poi, perché ha dovuto aspettare la risoluzione del giallo interno al partito, con la vittoria di Renzi e la sua proposta politica.

D. Quindi paga colpe (anche) non sue?

R. Le forze politiche, compreso il Pd, hanno molte responsabilità nel poco che ha fatto il governo Letta. È caduto perché il suo partito, rispetto al momento della sua nomina a primo ministro, è cambiato completamente e Renzi vuole assumere il comando delle operazioni.

D. Il Pd è più forte o più debole di prima?

R. Ha dato uno spettacolo brutto che non lo avvantaggia, soprattutto perché si era tanto detto che il prossimo governo sarebbe nato dalle urne e che Renzi non sarebbe diventato premier senza la benedizione popolare. È anche vero però che se i risultati di governo sono visibili e convincenti, queste cose si dimenticano in fretta. C'è poi il nodo delle elezioni europee.

D. Si spieghi.

R. Renzi teme il fatto che un brutto esito delle europe possa mandare per aria la sua segreteria. Ha pensato dunque di premunirsi facendo campagna elettorale da Palazzo Chigi, dimostrando che il Pd è cambiato in meglio. Se gli riesce questo giochetto il Pd ne esce più forte.

D. Il fatto che Renzi diventi premier senza passare dalle urne è un elemento che lo indebolisce?

R. Certo, il Paese è sorpreso e anche un po' sconcertato per quello che è successo. E parallelamente si rafforza la propaganda di Grillo e Berlusconi contro il Pd, ma tutto questo può essere pareggiato da un effetto «del fare», se il governo funzionasse.

D: Ncd non assicura l'appoggio. Gioco delle parti o c'è dell'altro?

R. Ncd entrerà nel governo, Il partito di Alfano, decisivo al senato) ha però il problema di spiegare il proprio ruolo in un governo di centro-sinistra.

D. Renzi punta al 2018. Ce la farà?

R. La condizione della maggioranza è abborracciata. E nel programma di Renzi, ci sono temi urticanti proprio per Ncd. Assisteremo a qualche mal di pancia di sicuro. Sta a vedere quanti saranno...

D. Basteranno Renzi e la sua squadra a dare discontinuità?

R. Godrebbe del pieno sostegno del proprio partito, cosa che Letta non aveva. Ma la questione cruciale sono i margini di manovra che il governo italiano ha sul tema della finanza pubblica insieme alle politiche europee adottate in materia. Se il resto d'Europa e i mercati decidessero di scommettere sulla proposta politica di Renzi ne trarremmo sicuro vantaggio, ma non credo che Renzi godrà di un trattamento speciale. Spero di sbagliarmi.

D. Come cambieranno i rapporti con Forza Italia? Può Renzi fare le riforme con chi gli farà l'opposizione?

R. Questa è la vera incognita. Renzi e Berlusconi si erano accordati per fare le riforme e tornare al voto. Ora Renzi vuole di governare fino al 2018, ma Berlusconi non ha certo voglia di aspettare 4 anni. Il tutto potrebbe avere conseguenze sul tavolo delle riforme con Fi che potrebbe far saltare tutto.

D. Siamo alla vigilia di una nuova elezione del capo dello Stato?

R. Il presidente della Repubblica ha detto che non avrebbe fatto tutto il mandato e che avrebbe retto la carica finché il processo di riforme si fosse avviato e le sue forze lo avessero sostenuto. Ora la legge elettorale è alla cfamera e dovrebbe arrivare quella relativa al titolo V. Credo che Napolitano si dimetterà non appena la situazione si incanalerà sui binari della stabilità e non appena si possa tornare alle urne senza che succeda la fine del mondo.

D. Letta? Avrà un posto nel governo Renzi?

R. Per come si è comportato e per l'orgoglio che ha dimostrato, escludo quest'ipotesi. Facendo il parallelo con Prodi e D'Alema, quest'ultimo si preoccupò di sistemare il Professore in Europa; poiché in Europa ci sono numerose cariche prossime a rinnovarsi penso che il suo futuro possa essere lì.

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