sabato 1 febbraio 2014

Ma la ricettività italiana è distratta
Il Commissario Unico del governo per Expo 2015, Giuseppe Sala, ha da subito sottolineato come l'obiettivo di Expo e del paese sia attrarre un milione di visitatori cinesi. Nonostante ciò, Alitalia ha cancellato i suoi voli diretti da e verso la Cina. Inoltre, ci sono almeno due interrogativi a cui rispondere:

1) Un mln di visitatori cinesi è un numero veritiero sulla base dei visti rilasciati sinora?

2) Le strutture ricettive italiane sono in grado di accogliere un milione di cinesi?

Se il primo problema è uno scoglio superabile grazie all'impegno dell'Ambasciata italiana a Pechino, che ha recentemente aperto due nuovi uffici per cercare di erogare i visti in 3-5 giorni (attualmente circa trecentomila all'anno quelli erogati dall'Italia), ben più difficile è risolvere il secondo problema.

Il nodo visti. Su questo fronte si stanno creando le condizioni perché aumentino, ma con la Cina c'è sempre il problema delle due Italia: una, istituzionale e imprenditoriale, cerca di promuoversi, l'altra, burocratica, ostacola. «All'Expo di Shanghai, lo stand italiano è stato il secondo più visitato, con 7 milioni di cinesi», racconta Giancarlo Dall'Ara, consulente e docente di Marketing nel turismo presso l'Università di Perugia. «Ma se sono cinese e per avere un visto devo aspettare cinque mesi, allora all'Expo di Milano non vado», chiosa. Uno dei problemi più importanti riguarda la procedura, estremamente complicata, per ottenere il visto. Problema che non riguarda solo l'Italia ma tutti i paesi dell'area Schenghen.

La ricettività. Anche sul fronte delle strutture ricettive c'è molto da fare. «Negli hotel non esiste un menù in cinese, e non parlo di semplice traduzione ma di una spiegazione dei piatti in lingua cinese», afferma Yan Wang a capo dell'Italy China Friendship Association. «Mancano proprio le cose basilari», continua Yan, «a partire dalla semplice teiera per fare il tè, importantissima per il cinese la mattina». Il professor Dall'Ara per ovviare a questi problemi ha messo in piedi Italy China Friendly, il cui scopo è far conoscere le numerose strutture italiane che accolgono bene i turisti cinesi: hotel, musei, castelli, ristoranti, boutique ecc. Chi aderisce alla rete deve rispettare gli standard di accoglienza richiesti dal turista cinese. Anche Class Editori (che partecipa al capitale di questo giornale) si sta muovendo per accogliere al meglio i cinesi che visiteranno Milano e ha avviato una campagna per la realizzazione di una segnaletica utile al milione di persone attese nel 2015 e oltre.

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