Il rigassificatore per dare impulso all’area industriale
Rispunta l’ipotesi del gasdotto per rilanciare il territorio I sindacati: «Non dobbiamo rinunciare a questo progetto»
di Gavino Masia
PORTO TORRES. In un momento di così grave crisi economica che investe i settori produttivi del territorio, con le multinazionali che vengono meno agli accordi preesistenti sottoscritti con istituzioni e parti sociali, non è mai andata fuori moda l’ipotesi di un rigassificatore nell’area industriale.
Il consiglio comunale aveva già approvato all’unanimità la mozione a favore del progetto “Galsi” e all'ipotesi di un rigassificatore, presentata dal capogruppo Sel Toni Chessa, ossia di un gasdotto quale combustibile necessario all'industria e alle famiglie.
Un percorso cominciato nella scorsa legislatura, dove era emersa l’esigenza di un’approfondita conoscenza della materia e delle relative cadute ambientali, considerando l’alta criticità di un territorio a forte condizionamento industriale. Oltre un anno fa il sindaco Beniamino Scarpa aveva chiesto ufficialmente, all’allora ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, l’inserimento di Porto Torres tra i siti nazionali per la costruzione di impianti di rigassificazione.
Il primo cittadino aveva ricordato al ministro gli effetti del pesante ridimensionamento dell’industria chimica pesante, senza dimenticare anche il momento di incertezza del settore energetico in seguito ai mancati investimenti nella centrale di Fiume Santo.
Effetti negativi che si scontravano con la realizzazione nello stesso sito del cavo Sapei, capacità energetica pari a 1000 megawatt, opera dove sono stati impiegati centinaia di milioni di denaro pubblico.
Il direttore generale del ministero dello Sviluppo economico, Dipartimento per l’energia, nella risposta aveva valutato positivamente un progetto di terminale di rigassificazione nell’area portuale e industriale di Porto Torres.
Inquadrandolo nell'ambito della realizzazione del gasdotto “Galsi”, con un’analisi costi e benefici in termini di investimenti ed effetti sui prezzi di approvvigionamento. «Già quando ricoprivo la carica di sindaco mi sono battuto con energia perché venisse creato un rigassificatore nell’area industriale _ ricorda Dino Dessì _ perché considero la metanizzazione della Sardegna strategica per lo sviluppo economico dell’isola: il Sulcis, che ha sempre difeso miniere e carbone, ha di recente avanzato la sua candidatura a ospitare il rigassificatore. In questo territorio è dunque necessaria una forte azione politica per mantenere la nostra candidatura, anche se mi sembra difficile _ visto il risultato ottenuto con l’Authority _ che chi ci governa ne abbia le capacità». Anche la segreteria provinciale Femca Cisl di Sassari ripropone, come elemento di crescita e di sviluppo, che questo territorio sia inserito tra i siti che possono ospitare e realizzare un rigassificatore.
«Perché nessuno ne parla? _ chiede il segretario generale Luca Velluto _. Porto Torres ha tutte le capacità, professionali e logistiche, per poter avere tale struttura che ci renderebbe competitivi sul costo energia elettrica, attirando anche nuovi investimenti produttivi e ridando ossigeno alla logistica portuale».
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