POLITICA INTERNA
Xi Jinping ai giudici: via la corruzione dai tribunali
di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 9 gen. - Sono le "pecore nere" della legge l'ultimo obiettivo nel mirino del presidente cinese. Nel discorso pronunciato durante la riunione annuale sugli affari politici e legali, Xi Jinping ha sottolineato gli aspetti più importanti del nuovo corso cinese: imparzialità e trasparenza. Nessuno spazio invece, a chi turba la giustizia. Tutti i funzionari politici e legali, ha spiegato Xi, devono "applicare le leggi in modo imparziale, promuovere la trasparenza nel loro lavoro, essere disponibili alla supervisione". Il nuovo corso della giustizia in Cina, secondo il presidente cinese, dovrà essere più egualitario, e cancellare alcuni vizi di forma tollerati in passato, come l'abuso di potere o la mancata risposta alle emergenze da parte delle forze dell'ordine. Ogni cittadino, al di là delle proprie condizioni economiche, dovrà avere il diritto di ricorrere alla giustizia per risolvere una controversia.
Il presidente cinese ha posto l'accento non solo sul ruolo della legge nel mantenimento della stabilità sociale, come già accadeva in passato. Xi Jinping ha parlato di giustizia sociale, come obiettivo da raggiungere nella riforma della giustizia, che dovrà portare a un "imparziale e autorevole sistema giudiziario socialista". È una scossa energica, quella di Xi, che ha spiegato che non saranno ammesse interferenze di alcun tipo al corso della giustizia, e ha chiesto l'introduzione di sistemi di registrazione e rapporti formali per accertare le responsabilità dei singoli nel caso di intralcio alle indagini. "È proibito - ha dichiarato Xi Jinping - per i funzionari di ogni livello, superare i limiti della legge, abusare del proprio potere o piegare la legge per un proprio tornaconto". Alla riunione degli alti vertici di forze dell'ordine e funzionari legislativi, era presente anche il capo della Commissione per gli Affari Politici e Legali, Meng Jianzhu, che ha chiesto un maggiore uso della tecnologia e della scienza nelle indagini, da parte di squadre specializzate.
Il discorso di Xi Jinping arriva a poche settimane dalla notizia confermata da fonti vicine alle elite della politica cinese, degli arresti domiciliari di Zhou Yongkang, l'ex numero nove della gerarchia del potere cinese, ed ex signore degli apparati di sicurezza, al centro di una vicenda ancora priva di conferme ufficiali. Assieme a Zhou sono caduti, poco alla volta, anche i suoi protetti e sodali, a cominciare dall'ex presidente di CNPC; Jiang Jiemin, nominato a marzo scorso alla guida della SASAC, la commissione che vigila sugli asset dei gruppi statali, e a dicembre anche il vice ministro della Pubblica Sicurezza, Li Dongsheng, con l'accusa di "serie violazioni disciplinari", formula dietro la quale la Commissione Disciplinare cela il sospetto di corruzione.
9 gennaio 2014
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