venerdì 17 gennaio 2014

Career Day, la Fondazione Italia Cina punta su laureati

Milano, 17 gen.- Se nel 2000 erano solo 7 le imprese italiane partecipate da investitori cinesi, nel 2012 questo numero è cresciuto fino a quota 133, occupando 5.534 dipendenti e con un giro d'affari di 2.665 milioni di euro. Oltre a queste anche 62 imprese partecipate da multinazionali di Hong Kong, con 4.755 dipendenti e un giro di affari di 3.366 milioni di euro. E' il quadro tracciato dalla Fondazione Italia Cina che mercoledì ha tenuto il IV Italy China Career Day, il primo e unico evento completamente dedicato all'incontro tra imprese italiane e risorse con alte competenze rivolte alla Cina organizzato con Associna, in partnership tra gli altri con Assolombarda e in collaborazione con Camera di Commercio Italo Cinese.

Presenti all'evento Michele Angelo Verna, Direttore Generale Assolombarda, Margherita Barberis, Direttore Generale Fondazione Italia Cina, Cheng Baoxiang - Console Generale Aggiunto, Consolato della Repubblica Popolare Cinese a Milano, Francesco Wu - Presidente Associna Lombardia, e Francesco Boggio Ferraris, Responsabile della Scuola di Formazione della Fondazione Italia Cina.

Questo nuovo orizzonte industriale – si legge nel comunicato - rende quanto mai attuale, per le imprese italiane, la necessità di strutturarsi adeguatamente per cogliere le opportunità che si presenteranno sul nostro territorio.

Sono indicativi anche i dati sul numero di studenti cinesi che studiano in università all'estero: se nel 2009 erano circa 230.000 a fine 2012 sono quasi duplicati, toccando le 400.000 unità. La Fondazione Italia Cina per questo motivo ha promosso il Progetto Uni-Italia, realizzato in collaborazione con Fondazione Cariplo, MAE e MIUR, che intende proprio aumentare, qualitativamente e quantitativamente, il numero di studenti cinesi negli atenei italiani.

Come mostrano i dati del rapporto McKinsey condotto su otto Paesi Ue e presentato ieri, i giovani laureati che cercano un primo impiego in Italia e in Europa non sempre riescono a farsi trovare dalle aziende, domanda e offerta faticano ad incontrarsi e le aziende riferiscono grosse difficoltà nel reperire risorse di lavoro preparate ed adeguate al proprio bisogno.

Per questo, proprio in questo momento così delicato per i giovani italiani e stranieri che studiano in Italia, il Career Day assume un significato particolare: un momento di incontro fondamentale per favorire le imprese italiane nella ricerca di personale qualificato, riducendo le asimmetrie informative tipiche del mercato del lavoro.

Grazie all'esperienza maturata nelle precedenti edizioni, il format è stato rinnovato al fine di facilitare l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro nello specifico ambito di competenze professionali declinate alla Cina, al suo mercato, alla sua cultura.

Il Presidente della Fondazione Italia Cina Cesare Romiti ha dichiarato: "I giovani laureati italiani con competenze cinesi e i ragazzi di nazionalità cinese nati in Italia o arrivati nel nostro Paese molto presto, hanno studiato nelle migliori università di Milano, Torino, Firenze ed altre importanti città e costituiscono oggi una risorsa di altissimo livello, grazie ad una duplice formazione che li pone quali esperti conoscitori della lingua, della cultura e dei modelli di contrattazione italiani e cinesi." Ed ha proseguito: "In un momento in cui il mercato del lavoro è stagnante si conferma che avere competenze specialistiche e in linea con i bisogni dell'impresa è vincente. La Cina è un traino. Lo è per le imprese e lo è per il lavoro".

La Fondazione propone un servizio di curricula online (italychina-jobs.org) che mette in contatto le risorse interessate a lavorare sul mercato cinese con le imprese socie della Fondazione, che possono accedere gratuitamente al database e ai contatti dei candidati.

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