venerdì 31 gennaio 2014

Olio italiano ma solo sull'etichetta, ecco la truffa che indigna l'America
I produttori: "Da noi qualità al top, ci rovinano i disonesti". I ricarichi alla vendita sono enormi anche per le bottiglie "bugiarde"

di PAOLO BERIZZI
Lo chiamano "l'oro liquido". O sua maestà olio extravergine. All'estero - da dove in molti casi proviene la "base" che lo compone, e qui sta il problema - venerano l'olio d'oliva italiano come una specie di nettare divino. Quanto sia autentico, lo vedremo tra poco. Ritornano in mente le vignette contro Maometto - con rispetto parlando - di fronte al polverone di polemiche provocato dai 15 disegni con cui il New York Times ha illustrato le truffe dell'extravergine in Italia e il "suicidio" - è la parola usata dall'autorevole quotidiano che ieri sera è silenziosamente tornato sui suoi passi - del frantoio "made in Italy". Quanto è puro il nostro extravergine d'oliva? E, soprattutto, è davvero "italiano"?...

Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco. Sono i principali paesi dai quali importiamo olio. E quell'olio - lo hanno accertato in questi tre anni indagini giudiziarie concluse con massicci sequestri - in alcuni casi viene manipolato, miscelato e reimbottigliato in modo fraudolento. Mischiato con olio italiano. Corretto per lo più con beta-carotene (per mascherare il sapore) e clorofilla (per modificarne il colore). E venduto infine con etichetta "extravergine made in Italy". Olio di semi e olio di sansa sono le "basi" più utilizzate dai furbetti della tavola, per lo più sono imbottigliatori. Tecnicamente il vizietto si chiama adulterazione e contraffazione. È una scelta sleale alla quale ricorrono prevalentemente le aziende di grandi dimensioni. Sono loro che hanno in mano il mercato dell'olio di fascia medio-bassa. In alcuni casi si tratta di multinazionali straniere che hanno acquistato marchi italiani. Ma nella stessa fascia ci sono imprese di media portata che detengono marchi storici e molto noti...

In Tunisia un chilo d'olio costa 0,23 centesimi e che il prezzo medio di un chilo di olio finto "made in Italy" è 3-4 euro, i taroccatori ci tirano su un mille per cento. Il Nafs del Corpo forestale dello Stato nel 2013 ne ha beccati 204 e ha appioppato sanzioni per quasi 5 milioni di euro...

Ma ragioniamo su un dato. Come mai a fronte dei 345 milioni di litri di olio d'oliva che esportiamo (anno 2013), ne importiamo 445 milioni di litri (nel 2011 sono state 470 mila)? Dove vanno le tonnellate di olio "in entrata"? L'Italia - numeri Coldiretti - è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna... Ma è anche il principale importatore mondiale...

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