L’INTERVISTA
Pisapia: «Voglio 20 milioni di turisti per Expo»
Il sindaco in Cina per una serie di incontri
«Mostre, teatri, ristoranti e negozi, per 6 mesi una città sempre aperta»
PECHINO - Da Palazzo Marino che guarda la Scala alla Grande Sala del Popolo nella Tienanmen di Pechino. Ieri il sindaco Giuliano Pisapia è entrato nel simbolo del potere comunista per parlare con il premier Li Keqiang di sviluppo urbano e del modello Milano, che a quanto pare affascina i cinesi.
Imbarazzo, emozione? Quella piazza ha ricordi tragici.
«Sì, ci sono memorie tragiche, ma in quel palazzo sono state anche fatte scelte per una svolta che ha un impatto sul mondo», risponde Pisapia pensando alle nuove aperture al mercato appena annunciate e alle prime riforme sociali promesse dal partito-Stato.
Ha incontrato anche il sindaco di Pechino, Wang Anshun. Il signor Wang non è stato eletto dai cittadini. «Sono due sistemi diversi, ma proprio la possibilità di diffondere idee di democrazia, parlandosi con schiettezza, può permettere di fare passi in avanti».
Insomma, il sindaco è emozionato per la grande accoglienza di Pechino a Milano. Milano sta vendendo parte dei suoi gioielli, come Cova che è andata ai francesi. Ora arriveranno i cinesi?
«A Cova posso aggiungere l’Inter, ad esempio. Ma qui parliamo di investimenti e ancora la schiettezza serve per chiarire se si investe per impadronirsi oppure per arricchirci a vicenda e l’Expo 2015 è un’opportunità positiva. Le singole aziende fanno le loro scelte, ma come sindaco ho detto che chi punta a cementificare non troverà interlocutori, per lo meno per quanto mi riguarda. Quanto a Thohir, ho conosciuto una persona appassionata della città».
Nell’area di Rho, dopo l’Expo che succederà? Thohir è stato da Maroni e hanno discusso di stadio.
«Il primo a parlare di stadio sono stato io. Per una delle due squadre milanesi, ma che possa essere anche un luogo dove poter fare musica, divertimento per giovani e meno giovani. Ma questa è solo una parte. E tutto dipende dal Consiglio comunale di Milano. Che ha già deciso tre cose certe: il 54 per cento del terreno sarà a verde pubblico, con un grande parco agroalimentare; la ristrutturazione della cascina Triulza per darla al volontariato, ong e onlus; il Padiglione Italia diventerà centro di innovazione e ricerca. Non ci sarà cementificazione, sarà un quartiere ecosostenibile e anche lo stadio ci starebbe bene».
Sei mesi di Expo, 1 maggio- 31 ottobre 2015: che farà Milano? Rinuncerà alle ferie?
«Milano sarà sempre aperta, per l’Expo avremo alberghi pieni, ristoranti e negozi che lavorano. Grandi mostre, da Giotto alla Pietà Rondanini. La Scala e il Piccolo Teatro saranno parte di questi eventi diffusi in tutta la città, con spettacoli sei giorni su sette. Per far fermare qualche giorno in città gli oltre venti milioni di turisti che si prevedono nel periodo. In quei sei mesi del 2015 vogliamo che Milano si comporti come durante la settimana della moda e il Fuori Salone del mobile. Un grande Fuori Expo. E dopo Milano contiamo che i visitatori dell’Expo girino l’Italia».
Milano punta molto sui visitatori cinesi, qualcuno ne ha ipotizzato un milione.
«Sono state le autorità cinesi a dircelo. E a chiederci di snellire i tempi per i visti. A Pechino l’ambasciatore Bradanini ha appena inaugurato il nuovo centro-visti italiano, ci vorranno solo tre-cinque giorni per la concessione. Siamo all’avanguardia in Europa».
Il tema di Expo 2015 «Nutrire il pianeta, energie per la vita» non rischia di restare generico? Il Corriere aveva proposto di centrarlo sull’acqua.
«Punteremo sulla lotta agli sprechi alimentari e allo spreco di territorio, a Nord e a Sud del mondo, vogliamo dare risposte al diritto di essere nutriti e in modo sano, altrimenti si fanno solo parole; e parleremo di acqua come bene comune, perché il rischio di guerre future non viene dal petrolio, ma dalla mancanza di acqua. Per questo destineremo la cascina Triulza a organizzazioni non governative, perché questi temi restino concreti, non diventino utopie».
E gli Organismi geneticamente modificati?
«Il dibattito sugli ogm è già iniziato, ci sarà, ma vorrei argomenti che uniscano, non che dividano».
Si candiderà di nuovo a sindaco?
«Eh eh, questo me lo chiedono tutti. Non rispondo. Ora il mio obiettivo è vincere le tre sfide in corso: città metropolitana che parte nel 2014; Expo 2015; fare di Milano una “smart city”, la più moderna città intelligente d’Europa. Adesso penso a questo».
Sfide che sembrano prevedere un secondo mandato...
«Non l’ho detto. Ognuno può leggerci quello che preferisce».
22 novembre 2013
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