venerdì 21 dicembre 2012
Orientpress
INTERVISTA AD ANDREA
MARCELLONI DI ORIENTALIA
di Filippo Seminara
Roma, 20 dic.- Quanto coraggio è servito, ormai dieci anni fa, per aprire una libreria orientale quando l’Oriente era tutt’altro che vicino?
Di coraggio sicuramente ne è servito tanto, ma è un servizio che andava creato. Mancava un luogo che potesse offrire manuali per lo studio, vocabolari, testi di narrativa dedicati al Medio e all’Estremo Oriente. Ti parlo della mia esperienza e di quella di Palmira Pregnolato: abbiamo studiato cinese all’inizio degli anni ’90 quando reperire i testi su cui studiare era davvero un’impresa. Non tanto il romanzo di Mo Yan o Su Tong, ma un buon vocabolario su cui studiare. Era un continuo chiedere ad amici che andavano in Cina di reperire testi per studiare il cinese. Quindi, perché non aprire un negozio ed avere rapporti diretti con le case editrici in Cina, Giappone ed altri Paesi asiatici?
E’ stata dunque sopratutto un’esigenza di mercato…
In un certo senso si. Nei primi anni Novanta a Roma c’era la libreria Marco Polo che in teoria doveva svolgere questa funzione ma che, in realtà, si occupava di tutt’altro. Sarà perché era fuori mano (si trovava al Pantheon) e quindi la maggior parte dei loro clienti erano turisti. Così, da libreria, si è trasformata pian piano in una sorta di negozio di souvenir. Inoltre mancava un punto di riferimento vicino la facoltà di Studi Orientali. Questa è stata l’idea di partenza.
Cosa significa essere l’anima di una libreria di nicchia, qui a Roma? Quali difficoltà e quali soddisfazioni?
Le difficoltà, a parte il periodo di crisi che sta colpendo un po’ tutte le attività commerciali e le librerie in particolare, sono le solite: far tornare i conti e reperire i testi che vengono richiesti. Quando riusciamo ad accontentare e a soddisfare un cliente, per noi è una grande gratificazione.
Chi è il cliente tipo di Orientalia?
Sicuramente gli studenti che studiano lingue orientali sono, almeno numericamente, quelli che la fanno da padrone. Come dicevamo, il nostro punto di forza è stato proprio quello di aprire vicino la Facoltà di Studi Orientali. Ma gli universitari non sono i soli: ci sono tanti studiosi e semplici curiosi o docenti che ci contattano per trovare libri che hanno difficoltà a reperire in altro modo. In questo momento ci stanno contattando anche dalla Spagna o dalla Germania, soprattutto per materiale in arabo o cinese.
Qual è il romanzo che svuota gli scaffali? Qual è il titolo più venduto?
Ahimè è da un paio d’anni che “svuotare gli scaffali” si sente poco! Non ti nascondo che ultimamente i manuali ed i dizionari sono i testi che vendiamo maggiormente, proprio in funzione della vicinanza con l’Università. A parte i vocabolari ed i manuali di grammatica, potremmo dire che la Storia della Cina (Sabattini e Santangelo) o La Storia del Novecento (Samarani) sono i due testi storico-politici che vanno per la maggiore. Se dovessi andare sulla narrativa, sicuramente è da menzionare Haruki Murakami per quanto riguarda la sezione giapponese. Il Nobel a Mo Yan ha sicuramente risvegliato il settore della Cina, che era un po’ addormentato e, il vincitore del Nobel 2012 per la Letteratura e Yu Hua, sono i più richiesti per quanto riguarda la narrativa cinese contemporanea.
Che metodo utilizzate per la scelta dei titoli da vendere? Avete degli esperti a consigliarvi?
Esistono diverse strade per la scelta dei titoli: alcuni editori hanno i loro agenti che, più o meno ogni tre mesi, fanno il giro delle librerie e propongono le novità. Questo è il mezzo più veloce e più comodo. Poi ci sono le ricerche su internet, anche sui siti delle case editrici straniere e pagine web cinesi, giapponesi o indiane. Orientalia ha rapporti diretti con case editrici francesi, inglesi o americane che si occupano di Oriente. Ultimamente viene a trovarci, due volte l’anno, un rappresentante della Columbia University Press, per cui siamo molto aggiornati da questo punto di vista. Abbiamo anche contatti con distributori a Pechino o a Dheli. Ma certamente i suggerimenti ed i consigli dei clienti sono un ottimo mezzo di interazione con il nostro pubblico.
A proposito dell’evoluzione digitale del libro, come se la passa un libraio nell’era dell’ebook?
Male! L’ebook è sicuramente il prodotto che nel futuro andrà sempre più prendendo piede. E il libraio deve adattarsi, non rimanendo fermo ma cercando soluzioni che possano essere valide. Un’idea potrebbe esser quella di cominciare a vendere o produrre ebook come libreria. Orientalia è anche casa editrice con già tre pubblicazioni all’attivo e, alla fine del 2012, usciranno altri tre volumi editi dalla nostra casa, e sicuramente questa della digitalizzazione è una strada che stiamo valutando molto seriamente. Non ti nascondo che in questo periodo, non tanto l’ebook, ma la vendita online sia di libri cartacei che elettronici, ha creato parecchi problemi alle librerie medie e piccole. Dal punto di vista del cliente, acquistare online un prodotto su cui hai sconti e spedizione gratuita, è certamente più conveniente di comprare lo stesso testo in libreria. Questa è stata una delle ragioni per cui molte librerie hanno chiuso o stanno chiudendo. Non dobbiamo rimanere con le mani in mano e anche noi dobbiamo adattarci con le nostre politiche, la nostra professionalità e tenendo negli scaffali testi che non sono facili da reperire sul web. Sicuramente, grazie alla specificità del nostro materiale, ancora non subiamo così fortemente la concorrenza del web.
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