mercoledì 19 dicembre 2012
Lo dice la Banca mondiale non il Banco di Napoli
ECONOMIA
BANCA MONDIALE: ECONOMIA CINESE ALL’8,4 NEL 2013
di Antonio Talia
Twitter@AntonioTalia
Pechino, 19 dic.- La Banca Mondiale conferma la sua fiducia all’economia cinese e rivede al rialzo le previsioni sulla crescita nel 2013: secondo le ultime proiezioni, l’anno prossimo il Dragone potrebbe crescere dell’8,4%, contro l’8,1% stimato in precedenza.
“L’economia cinese inizia a mostrare l’effetto delle manovre volte a semplificare l’accesso al credito e dell’incremento degli investimenti in infrastrutture”, si legge nell’ultima edizione del rapporto. “Tali effetti sono destinati a continuare nel 2013, dato che le autorità cinesi hanno accelerato l’approvazione di nuovi progetti”.
Le continue botte d’arresto registrate dall’economia del Dragone negli ultimi mesi avevano spinto il governo ad adottare nuove misure espansive, dopo un periodo in cui tutti gli sforzi erano stati diretti a contenere l’inflazione e l’aumento dei prezzi delle abitazioni, ritenuto ormai insostenibile per la stragrande maggioranza della popolazione. Così, a giugno e luglio la Banca centrale di Pechino ha operato in rapida successione due tagli al tasso d’interesse, e ridotto il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche di 150 punti base dal novembre 2011 ad oggi.
“Gli aumenti nella produzione industriale e negli investimenti suggeriscono che l’economia cinese aveva ormai raggiunto i livelli più bassi di crescita ed è pronta a ripartire” scrivono ancora gli analisti della Banca Mondiale.
Ma non tutti condividono le previsioni di World Bank. Tra i pessimisti c’è un economista come Andy Xie, scettico di lunga data sulle performance cinesi, che in un articolo sul quotidiano di Hong Kong South China Morning Post conferma tutti i suoi dubbi sulla tenuta del Dragone. Il cuore del problema, come predicano da tempo molti altri accademici e analisti internazionali, risiede ancora una volta nel settore immobiliare. “La crescita cinese è sostenuta dagli investimenti, oltre che dalle esportazioni. E tali investimenti si basano sulle vendite dei terreni statali e sulle tasse applicate alle proprietà, che aumentano le entrate fiscali e vengono nuovamente pompate nel sistema sotto forma di spesa per le infrastrutture”.
Tuttavia, secondo Xie, questo modello che costruisce immobili e resta in attesa della domanda solo in un secondo momento mostra ormai diversi segni di debolezza: molte società attive nel manifatturiero investono anche nell’immobiliare, dal quale ricavavano profitti facili. Tutto finito, secondo l’analista: nulla, al momento, sembra rimpiazzare il ruolo della bolla immobiliare come carburante capace di mantenere in moto il resto del sistema. Cosa succederà? Gli analisti della Banca Mondiale ritengono che gli ultimi dati positivi, come produzione industriale e aumento degli investimenti, stiano puntando decisamente nella direzione di un miglioramento della crescita cinese. Altri, come Xie, preferiscono non fare troppo affidamento sulle stime ufficiali, e prevedono nuove frenate anche per l’anno che verrà.
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Bene bene ...forza
RispondiEliminaItaly and China Friendship Association
意中友好协会
Auguri a tutti e Buon Natale
Antonello Brichetto
Segretario generale