mercoledì 31 luglio 2013

Il Sole 24 ORE - Radiocor 31/07/2013 - 14:36
###Ue-Cina: dazi sul solare tra protezionismo e arma a doppio taglio - TACCUINO DA SHANGAI
di Stefano Carpigiani*

Radiocor - Milano, 31 lug - L'accordo raggiunto questa settimana di fissare un prezzo minimo di 56 euro cents a Watt per i pannelli solari fino alla fine del 2015 dovrebbe essere ratificato il 2 agosto e diventare effettivo il 5. Gli stati membri voteranno per renderlo permanente o cancellarlo il 7 dicembre. Il caso e' iniziato lo scorso settembre su iniziativa di un gruppo di produttori europei guidato da Solarword AG, il piu' grande produttore di pannelli fotovoltaici europeo con la richiesta alla commissione europea di considerare dazi anti-sussidi e antidumping sulle importazioni cinesi di wafers, celle e pannelli fotovoltaici basati sul silicio. L'aumento dei prezzi dei pannelli fotovoltaici cinesi avra' un grande impatto nello sviluppo, o sarebbe meglio dire sul mancato sviluppo, di nuove istallazioni in Europa soprattutto legato alla riduzione degli schemi di incentivazione di tutti gli Stati europei che ha posto grande pressione negli ultimi anni alla riduzione dei costi di installazione comportando una riduzione dei prezzi dei moduli fotovoltaici. La scelta di imporre dazi all'importazione per i prodotti cinesi avra' sicuramente il pregio di poter dare una boccata d'aria ai produttori europei ma le conseguenze su un piu' ampio scenario di osservazione potrebbero essere tutt'altro che scontate. Inoltre, dicendolo con le parole di Paul Barwel, amministratore della Solar Trade Association del Regno Unito: 'L'accordo, in ultima istanza, avra' risultati ridotti, i produttori tedeschi difficilmente riusciranno a competere nel lungo termine con i giganti asiatici'. In un mercato europeo dominato dall'offerta a basso costo di pannelli cinesi con un ottimo rapporto in termini di qualita'/prezzo supportato da una capacita' produttiva che non ha eguali al mondo l'imposizione di dazi avra' l'immediato risultato di contrarre la domanda e di annullare, di fatto, la fattibilita' economica di molti progetti di gradi dimensioni, principalmente a terra, che sono in sviluppo o sono stati appena sviluppati. La stessa domanda di fotovoltaico residenziale avra' una riduzione in termini di nuovo installato con picchi maggiori in stati, quali l'Italia, dove gli schemi di incentivazione sono ormai esauriti o comunque agli sgoccioli ed il ritorno economico e' funzione rilevante dell'investimento iniziale piu' che della produzione annua. A fronte di una riduzione della domanda i primi a farne le spese saranno necessariamente le aziende installatrici e gli installatori, tipicamente locali, che si troveranno a non poter comprimere ulteriormente i costi della manodopera con il duplice risultato di aver meno installazioni e con minori margini date richieste di compensare, almeno in parte, l'aumento dei costi generali. Riduzione dei fatturati che, necessariamente, investira' anche i produttori di inverter, nella maggior parte europei, che vedranno il proprio mercato storico velocizzare la contrazione della domanda che si sta gia' registrando in questi ultimi anni e che ha portato il settore all'inizio del proprio periodo di consolidamento, non ultimo l'acquisto di Power-One da parte di ABB. A fronte quindi di un beneficio, tutto da quantificare, per i produttori europei di pannelli fotovoltaici, tra l'altro da condividere con i produttori di pannelli non europei e non cinesi siassistera' ad una contrazione del mercato e del settore che e' gia' in ginocchio dominato da una forte fase recessiva. In ultimo e' importante rilevare che la capacita' produttiva dei produttori cinesi si rivolgera' ai restanti mercati mondiali in termini di prodotti di qualita' ad un prezzo contenuto rendendo la concorrenza fuori europa ancora piu' feroce mentre in Europa si ricollochera' aggredendo anche i settori ad alto margine come ad esempio i progetti su tetto con il risultato di aggredire anche i segmenti che, fino ad ora, sono ancora dominati dai produttori locali. Sembra insomma che la scelta di imporre dazi sia molto simile alla chiusura della stalla quando i buoi sono gia' scappati.

*Osservatorio Asia

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