mercoledì 12 giugno 2013

Anche in Italia la privacy è a rischio
A pochi giorni dal "datagate" americano, anche in Italia scoppia il dibattito sulla privacy dei cittadini: il rapporto del Garante sulla situazione del 2012 parla di 578 sanzioni, in aumento rispetto ai 358 dell'anno precedente, per un totale di 3 milioni e 800 mila euro di multe. Forse il motivo sta tutto qui, nelle sanzioni: in media, sui 7.000 euro. Una cifra che non scoraggia chi cerca di indagare nelle nostre vite, in cerca di comportamenti scorretti, per spiarci o più semplicemente per capire la migliore pubblicità da proporci.

L'anno scorso l'Autorità ha compiuto 395 ispezioni sulla base delle 4.183 segnalazioni dei cittadini, molto spesso chiamate ricevute da numeri non desiderati. Un argomento molto caldo, infatti, è quello del marketing telefonico che ha trovato un beneficio dal Registro delle Opposizioni (al quale iscriversi per evitare di ricevere telepubblicità) ma che spesso viene ignorato dai call center oppure scavalcato da consensi che gli utenti danno firmando contratti, come per esempio quelli per le carte fedeltà.

Tra gli argomenti toccati dal rapporto, anche il corretto trattamento dei dati in rete. L'anno prossimo entrerà in vigore il nuovo Regolamento europeo in materia, nel frattempo i vari Paesi stanno cercando di lavorare a stretto contatto con i big del settore per trovare soluzioni condivise. Per esempio era stato aperto un procedimento verso Google per controllare l'uso dei cookie e dei siti visitati dagli utenti. Internet, però, vuol dire anche studiare un equilibrio tra libertà di pensiero e tutela della persona: "Non possiamo più essere indulgenti con la violenza verbale presente nella rete ha detto Antonello Soro, attuale Garante.

Soro ha anche annunciato che "nelle prossime settimane verrà adottato un provvedimento generale sulle intercettazioni, risorsa investigativa fondamentale, insostituibile, che andrebbe gestita con molta cautela". E dopo lo scandalo negli Stati Uniti la notizia è meno clamorosa ma fa comunque effetto sapere che a fine 2012, il Garante ha autorizzato indagini sui conti correnti per scovare possibili evasori.

Ormai è difficile sottrarsi alla sorveglianza: auto (con le scatole nere), strade (tutor, autovelox, t-red), posti di lavoro (alcuni datori di lavoro hanno ammesso di sfruttare le videocamere di sorveglianza per controllare il rendimento dei dipendenti), acquisti nei negozi con carte di credito o bancomat. Disciplinare questa materia è argomento delicato ma l'Italia ci sta provando, di concerto con l'Unione Europea. Bisogna solo capire quanto tempo dovrà passare per recuperare il terreno perso: il regolamento europeo attuale è stato creato nel 1995, 18 anni in campo tecnologico sono un'eternità.

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