domenica 14 aprile 2013

Xi è pronto a combattere


POLITICA INTERNAZIONALE
Xi: pronti a combattere
(nel Mar cinese meridionale)

di Sonia Montrella

Twitter@SoniaMontrella

Roma, 12 apr.- Essere preparati al meglio per combattere in qualsiasi momento. E coniugare i propri obiettivi con quelli del Paese in modo da costruire un esercito potente.

E' l'esortazione del presidente Xi Jinping che nei giorni scorsi ha incontrato la flotta della Marina meridionale nell'isola di Sanya, nell'ultimo sfoggio di consolidamento del potere sulle forze armate che Xi controlla da novembre in veste di Presidente della Commissione militare centrale. Un apparato che vigila su un esercito di oltre 2,3 milioni di membri.

La visita e' avvenuta martedi', ma la stampa ufficiale cinese ne ha dato notizia solo ieri.

Secondo quanto riferito dalla televisione di stato CCTV Xi ha ispezionato le navi e un non specificato nuovo tipo di sottomarino. Si e' fermato a parlare con una ventina di soldatesse, cinque delle quali di etnia uigura, e ha mangiato con i marines promettendo loro un miglioramento delle condizioni di vita delle truppe, riporta la stampa nei minimi dettagli. Il presidente ha, inoltre, ispezionato la Landing ship Jinggangshan, che ha preso parte alle esercitazioni durate 16 giorni e terminate la scorsa settimana nel Mar cinese meridionale.

E' li, infatti, in quelle acque lontane dalla Corea del nord che da giorni minaccia una guerra nucleare, che le forze armate cinesi devono essere pronte a ogni evenienza. Sul tavolo: isole contese, ricche di risorse energetiche e strategicamente importanti, e rotte commerciali fruttuose. Non ultimo, antichi soprusi e questioni ideologiche per le quali la Cina si dice pronta a difendere ogni centimetro del proprio territorio.

Ma difenderlo da chi? Da Vietnam, Filippine, Brunei, Taiwan e Malesia, tutte impegnate a rivendicare la sovranita' su manciate di scogli. In generale, il Dragone  sostiene che le sue acque territoriali si allargano a quasi tutto il Mar Cinese Meridionale, per un'area di circa 1,7 milioni di chilometri quadri, e tenta da tempo di gestire le controversie una per una con i singoli stati, anziché impegnarsi in negoziati multilaterali.

Il controllo, inoltre, si estenderebbe anche al Mar Cinese Orientale dove il Gigante Asiatico è impegnato in un'accesa disputa territoriale con Tokyo (e in misura minore con Taiwan) per il controllo dell'arcipelago Diaoyu/Senkaku, amministrato dal Sol Levante, che lo scorso agosto fa ha acquistato tre delle isole dell'arcipelago da una famiglia giapponese che ne deterrebbe formalmente la proprietà, scatenando la peggiore crisi dei rapporti sino-nipponici degli ultimi anni.

Ad agitare le acque dei due mari le continue incursioni di pescherecci nelle acque contese e botta e risposta ufficiali dei governi.

La visita di Xi Jinping alla Marina segue di poche ore quella ai pescatori dell'isola, i quali lavorano per lo piu' nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale. Un incontro che gli analisti hanno interpretato come un messaggio di assertivita' che il presidente cinese ha voluto lanciare ai vicini coinvolti nelle dispute. Negli ultimi mesi la Cina sembra aver schiacciato il piede sull'acceleratore per la costruzione di una potenza militare e navale. A suggellare le tappe, le visite di Xi Jinping al commando di Canton e alla base aeronautica nel deserto del Gobi, durante le quali - osservano gli analisti - il presidente ha avuto modo di instaurare un rapporto piu' diretto con l'esercito rispetto al suo predecessore Hu Jintao.

E' di ieri inoltre la pubblicazione del Libro blu dello sviluppo marittimo, che promette di incrementare la difesa e la protezione dei diritti sui mari con l'acquisto di nuovi vascelli e aerei e con nuove politiche fiscali volte a incentivare l'economia nelle acque di pertinenza e a collocare la Cina al tavolo delle questioni internazionali marittime.

E sempre "allo scopo di difendere i propri territori" c'e' da scommettere che Pechino aumentera' i presidi nelle acque contese delle Diaoyu/Senkaku dopo l'accordo di pesca siglato martedi' da Tokyo e Taipei che permette a Taiwan di esercitare fino a 19 chilometri dalle isole. E' la previsione di Wang Hanling, esperto di questioni marittime dell'Accademia cinese di Scienze Sociali (CASS).

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