Breaking news 24 07/01/2013 - 15:07
### Cina: cinque errori da evitare per le aziende italiane - INTERVISTA
Enrico Ricotta, socio fondatore e managing partner Mandarin
Radiocor - Milano, 04 gen - Se il primo sbarco delle aziende italiane in Cina e' stato all'insegna di produzione a basso costo per l'export, partnership con imprese locali e ricerca di manodopera, la fase 2.0 dovra' essere improntata su fattori nuovi data la trasformazione e maturazione del mercato locale. Enrico Ricotta, socio fondatore e managing partner di Mandarin Capital Partners - fondo di private equity che investe in aziende italiane e cinesi - indica cinque errori da evitare per gli imprenditori nostrani che guardano a Pechino suggerendo altrettante contromosse. Primo: vendere al mercato locale. 'In primo luogo, la strategia giusta e' sfruttare il mercato locale - spiega - La Cina e' un Paese complicato dove produrre al solo scopo di abbassare i costi e' sempre piu' difficile: servono autorizzazioni che non e' scontato ottenere soprattutto se non si offrono beni a valore aggiunto o non si lavora in settori innovativi'. Secondo: qualita' si' ma accessibile. 'La richiesta e' di prodotti di qualita' ma rivisti e reingenierizzati per essere adatti anche in termini di prezzo: e' inutile andare in Cina con macchinari e beni di altissimo livello - caratteristiche essenziali nei Paesi occidentali - che poi sono accessibili solo all'1% della clientela locale'. Terzo: Meglio soli che male accompagnati. 'Il terzo errore da evitare e' la partnership 'a tutti i costi' con soci locali: un alleato serve solo nel caso di nicchie molto complesse, altrimenti e' meglio controllare tutta la filiera. Le jv sono spesso insoddisfacenti e presentano il rischio di consegnare al partner know-how o tecnologie che lui riutilizza altrove. Insomma conviene andare in Cina da soli'. Quarto: non solo Cina. 'Spesso andare li' a produrre significa aprirsi la porta addirittura ai Paesi occidentali. Molti gruppi Usa o Ue infatti hanno in Cina il proprio ufficio acquisti perche' comprano in quel Paese gran parte dei componenti: essere in Cina vuol dire avere accesso a questi gruppi e di conseguenza ai loro mercati'. Quinto: nessuna presunzione. 'I Paesi asiatici sono ormai fonti di soluzioni tecnologiche ed e' sbagliato pensare alla Cina come deficitaria sotto questo aspetto. Il punto e' piuttosto un altro: in presenza di soluzioni molto avanzate non ci sono a volte i necessari standard qualitativi e produttivi per poter vendere sui mercati occidentali'.
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