martedì 29 gennaio 2013
anche noi speriamo si rafforzi l'amicizia con la Cina.....tubature di Abbanoa a parte
Il Sole 24 ORE - Radiocor 28/01/2013 - 14:49
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NOTIZIARIO ASIA
### Cina: l'asse con il Myanmar passa dall'energia - TACCUINO DA SHANGHAI
di Alberto Forchielli*
Radiocor - Milano, 28 gen - Nelle tubature che corrono in Myanmar e' possibile che fluisca e si rafforzi l'amicizia con la Cina. Messa in dubbio dai recenti avvenimenti, la partnership con Pechino trova nel completamento delle infrastrutture un valido banco di prova. La visita nel paese del vice ministro degli esteri - Fu Ying - ha dato infatti impulso al completamento delle pipeline tra i due paesi. L'oleodotto e il gasdotto pronti tra pochi mesi porteranno combustibili nella provincia dello Yunnan dopo un percorso di 1.100 km, la maggioranza dei quali in territori birmano. Il Paese e' materialmente tagliato in due, dal sud ovest al nord est. Il petrolio proveniente dal Medio Oriente terminera' il suo viaggio nel porto di Kyaukpyu, mentre il gas iniziera' il percorso dai campi di Shwe, nella parte birmana del Golfo del Bengala. Quando inizieranno le operazioni - probabilmente nel Maggio 2013 - il collegamento marchera' il primo passo verso un'alternativa possibile alla via tradizionale, dove transita l'80% del petrolio diretto in Cina. Le petroliere non saranno piu' obbligate a passare attraverso lo Stretto di Malacca, doppiare Singapore e risalire nelle acque del Mar Cinese Meridionale, ora tormentate da dispute territoriali con Giappone, Filippine e Vietnam. Il progetto e' stato iniziato nel 2007, quando Myanmar ha trovato in Pechino un alleato solido e affidabile, uno dei pochi su cui contare dopo le sanzioni che lo avevano colpito. In una pragmatica partnership di vicinato, Naypydaw (la nuova capitale birmana) aveva sostanzialmente consegnato il destino economico del paese a Pechino, sia per gli scambi commerciali che gli investimenti. Il Dragone e' vorace di energia - della quale Myanmar e' ricchissima - ed e' interessato strategicamente ad uno sbocco nell'Oceano Indiano. Uno dei risultati di questa convenienza e' stata la costruzione dell'oleodotto e del gasdotto, realizzata dal gigante statale cinese Cnpc, China National Petroleum Corporation. Tuttavia, la stretta amicizia con la Cina ha tentennato con l'avvio delle riforme che Myanmar ha avviato nel 2011. La giunta militare e' parzialmente rientrata nei ranghi, un governo civile guida il paese, elezioni locali sono state tenute, il premio Nobel Aung San Suu Ky e' stata liberata. A queste prove di democrazia, l'Occidente ha risposto con una prudente apertura di credito. Le sanzioni sono state sospese e Myanmar non e' piu' considerato ai margini della comunita' internazionale. Addirittura Barack Obama si e' recato nel paese lo scorso novembre, nella prima visita all'estero dopo la rielezione. Questa nuova situazione rende la Cina non piu' indispensabile ma soltanto preziosa. Un primo avviso e' scaturito dalla sospensione dei lavori per la diga di Myitsone, decisa dal governo birmano nel 2011 per ragioni ambientali. Da allora il progetto, finanziato dalla Cina per assicurarsi una fonte suppletiva di energia, viene considerato un simbolo della volonta' birmana di ritrovare un pur modesta indipendenza dal vicino asiatico. Quando saranno completati, i nuovi oleodotti e gasdotto sposteranno il pendolo delle alleanze nell'altra direzione, ma e' probabilmente un movimento che sara' frequente nel futuro, un passaggio inevitabile quando si rientra nella complessita' dello scacchiere internazionale.
* presidente di Osservatorio Asia
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