venerdì 23 novembre 2012


Bilancio Ue: 27 divisi su tutto. Ecco gli schieramenti 

Divisi su tutto, come sempre quando si parla di bilancio Ue. Ma la crisi ha alzato la soglia della tensione tra i 27. Punto di partenza, la proposta della Commissione europea per un budget 2014-2020 da 1.091 miliardi complessivi.

David Cameron ha scatenato la guerra dei veti incrociati, chiedendo tagli per circa 200 miliardi. Hermann Van Rompuy ha proposto un 'compromesso' a -80, scontentando tutti. Nel vertice Italia, Portogallo, Polonia, Repubblica Ceca, Belgio e Austria entrano pronti al veto per difendere gli interessi nazionali. Francois Hollande e Angela Merkel non hanno posto ultimatum, solo perché non hanno bisogno di dirlo. E seppure si troverà un improbabile accordo, il Parlamento Europeo - che per la prima volta, in virtù del Trattato di Lisbona, avrà l'ultima parola - minaccia lo stop se sarà troppo al ribasso. Partendo dalla divisione tra i 12 'contributori netti' (Germania, Francia, Italia, Regno Unito ai primi quattro posti) ed i 15 'recipienti netti', a delineare schieramenti a geometria variabili, non tanto l'ammontare finale del taglio, quanto la distribuzione delle 'poste' tra i grandi capitoli di spesa (politica agricola, fondi per la coesione, ricerca e sviluppo) e la difesa degli 'sconti'. Il 'british rebate' di cui Londra gode dal 1984 è l'unico intoccabile perché scritto nei trattati. A Germania, Olanda, Svezia, Van Rompuy ha proposto di mantenerlo, ma lo perderebbero, tra gli altri, Austria e Danimarca.

Sommariamente quattro le squadre in campo:

- FALCHI EUROSCETTICI: Gran Bretagna, col sostegno della Svezia.

- RIGORISTI: guidati dalla Germania che 'produce' il maggior numero di brevetti ed è interessata a non tagliare i fondi in ricerca e sviluppo. Con la Merkel senza tentennamenti: Olanda, Danimarca, Finlandia. Ci sarebbe anche l'Austria che però chiede 'forte' Pac ed è pronta al veto se le toccano lo sconto.

- EUROPEISTI: Francia e Italia i leader. Tagli sì, ma moderati. Per Parigi intoccabile la politica agricola. Noi rischiamo di perdere tanto 4,5 mld di fondi agricoli quanto il 20% dei fondi di coesione vitali per il sud. E paghiamo gli sconti di tutti. Nel gruppo anche Spagna (appesa però al filo degli aiuti che le devono arrivare alle banche), Lussemburgo e Belgio.

- AMICI DELLA COESIONE: tutti i 'recipienti netti', dicono no ai tagli per la 'convergenza'. Condotti dagli arrabbiatissimi Portogallo e Repubblica Ceca, coagulano Grecia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Irlanda, Cipro, Malta, Lettonia, Lituania, Estonia, Slovenia e Slovacchia. Ci sarebbe anche la Polonia, ammorbidita però dal nuovo meccanismo di distribuzione dei fondi regionali che la avvantaggerebbe anche in caso di tagli.

Ansa 22 novembre, 21:30

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