mercoledì 6 marzo 2013

Giovani bisogna leggere e sentire l'altra campana per fare la differenza


CHEN GUANGCHENG : NON CREDO A PAROLE DI XI JINPING


Roma, 4 mar.- Legge, diritto, leadership e futuro. E' un Chen Guangcheng a tutto tondo quello che si concede ai microfoni del Global Viewpoint Network. E parla della Cina da New York dove sta studiando.  L'avvocato cieco che si batte per i diritti civili proveniente della Cina rurale, era infatti scappato dagli arresti domiciliari ad aprile dello scorso anno e fuggito all’ambasciata americana di Pechino. Un’impasse che si sbloccò quando l’allora segretario di stato, Hillary Rodham Clinton, negoziò il suo temporaneo soggiorno in America per studiare legge all’università di New York.

Per il trentesimo anniversario della costituzione cinese lo scorso 7 dicembre, il nuovo leader Xi Jinping ha dichiarato: “Dobbiamo far sì che le masse abbiano piena fiducia nella legge … nessun individuo né organizzazione hanno il privilegio di oltrepassare la costituzione e le leggi, e ogni violazione di queste dovrà essere sottoposta a indagine. Abbiamo il dovere di stabilire un meccanismo di controllo e di potere ristretto. Il potere deve essere gestito responsabilmente e supervisionato”

Lei crede che la nuova leadership cinese si stia muovendo verso una campagna  sul  reale “ ruolo della legge” come conseguenza degli avvenimenti di Bo Xilai e dei recenti scandali di corruzione?

Ritengo che l’idea che Xi Jingping cambierà, come conseguenza dello scandalo Bo Xilai, è completamente infondata. La cosa veramente importante è guardare alle sue azioni. Abbiamo sentito buone parole a sufficienza, la chiave ora sarà guardare cosa fa. Se ci saranno azioni reali allora potremmo credere alle parole.

Cosa dovrebbe succedere specificatamente affinché lei creda che questo sforzo della nuova leadership sia reale e rappresenti un segno di progresso?

Per esempio, dovrebbero eliminare le barriere politiche che non permettono la formazione di altre correnti e che non consentono la libertà di stampa. Dovrebbero separare il potere del partito da quello del governo, che ora domina su tutti i livelli dell’amministrazione, dalle autorità centrali a quelle locali. Rendere la magistratura indipendente. Lasciare che il partito si occupi dei suoi compiti e che il governo si preoccupi delle sue mansioni in accordo con la legge. Se riescono a fare ciò, allora possiamo credergli.

Perciò, finora non hanno introdotto nessuna nuova misura che possa sottolineare un percorso verso il cambiamento?

No. Se tireranno fuori una linea del tempo, allora pot. Sfortunatamente, al momento, sotto l’attuale sistema, il partito comunista è seduto sfacciatamente sopra la costituzione e sulla legge, non dimostrando nessuno sforzo per riformarla.

Può esistere una rule of law sotto un sistema a partito unico? O secondo lei è possibile solo in un sistema elettorale multipartitico?

La legge è uno strumento, e le persone dovrebbero essere trattate con equità. Per far questo è sicuramente necessario un sistema supervisore, che dovrebbe avere il potere di controbilanciare il meccanismo del partito che controlla la magistratura, e che dovrebbe oltretutto avere anche la possibilità di pretendere dei miglioramenti. Questo è ciò che serve per un sistema multipartitico e pluralista. Altrimenti non importa quanto forti possano essere le tue leggi, perché non conterà nella pratica.

La posizione del partito è preordinata nella costituzione. Questo significa che la costituzione debba cambiare ai suoi occhi per permettere al sistema legale di divenire reale?

Secondo me, le leggi che ci sono in questa costituzione sono fondamentalmente corrette. Ad ogni modo in Cina abbiamo leggi ed un codice legale ma non possediamo la regola della legge, e nemmeno un corpo di supervisione che garantisca la attuazione della legge. Ora, quando il partito comunista viola la legge, si proibirà da solo di continuare a farlo? Il problema è che nella realtà il partito comunista cinese è sopra la costituzione e sopra le leggi.

La costituzione contiene cose che dovrebbero essere cambiate, come lo stesso preambolo, che dona al PCC il potere assoluto e l’autorità sopra ogni cosa. Questo è parte del cosiddetto principio base del pensiero: mantenere la leadership del partito, mantenere il pensiero Marxista-Leninista e Maoista; mantenere la dittatura del proletariato. È assurdo! Guardando al proletariato di oggi : quale alto quadro del partito comunista non è un completo consumista. Come possono loro essere il proletariato? È assurdo! Nessuno crede in questo.
In ogni caso, che il Partito comunista voglia o no cambiare questo è fuori tema, perché il processo è inevitabile. Favorevole o no, e qualunque sia la forma che il cambiamento assumerà, l’equilibrio di potere tra la burocrazia ed il popolo sta mutando.

Il Partito sceglie il presidente ed il capo del pubblico ministero . Per dare un segnale di  indipendenza giudiziaria, lo studioso di legge He Weifang, dell’Università di Pechino sottolinea che questa scelta dovrebbe essere operata attraverso un processo di nomina che richieda l’approvazione del Congresso Nazionale del Popolo. Cosa pensa di questa proposta?

Perché solamente il presidente ed il capo del pubblico ministero? Un sistema democratico dipende da molto più che un pubblico ministero. L’elezione diretta dovrebbe essere lo strumento con cui   individuare tutti i livelli degli ufficiali amministrativi. Questo è ciò che molte persone intendono per “riforma”. Ma quello di cui ora ha bisogno la Cina è una trasformazione.

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