Mercato interbancario
apre a investitori stranieri
di Alessandra Spalletta
Twitter@ASpalletta
Roma, 21 mar. – E’ passata inosservata. E invece è un segnale non di poco conto della serietà con cui le autorità monetarie cinesi stanno portando avanti le riforme finanziarie: l’apertura del mercato interbancario agli investitori stranieri. Lo ha annunciato la Banca Centrale mercoledì.
In pratica, gl’istituti monetari cui la Cina ha concesso l’autorizzazione di investire nel mercato finanziario, da oggi possono farlo con un accesso diretto al mercato interbancario. Fino all’altro ieri, gli investitori muniti di licenza di Qualified Foreign Instititutional Investor (QFII), non potevano partecipare al mercato interbancario. Essi potevano solo investire in titoli azionari. La Banca centrale ha rimosso una barriera, accogliendo la bozza di norma presentata nel giugno dello scorso anno da China Securities Regulatory Commission (CSRC), l’authority finanziaria di Pechino. Ora s’attende la semplificazione di altre limitazioni, come l’obbligo per gli stranieri che possiedono un pacchetto in un’azienda quotata sui listini cinesi, di non superare il 20%. Un limite che per il momento dovrebbe restare in vigore, nonostante nove mesi fa CSRC avesse suggerito una revisione che puntasse a incrementare la partecipazione straniera dal 20% al 30%. Di quest’ultimo punto, infatti, non c’è traccia nell’annuncio della Banca centrale.
Il perché dell’importanza di questa notizia, lo spiega il Financial Times. Oltre a facilitare l’accesso degli stranieri al mercato azionario, essa segnala che la spinta verso la liberalizzazione finanziaria non si è svigorita, anzi: a pochi giorni dalla nomina del nuovo governo, il principale istituto di credito cinese ha compiuto una significativa azione, in continuità con il precedente mandato. Una mossa attesa, visto che le proposte di CSRC vengono generalmente accolte dal governo. Una manovra in linea con la volontà politica che Pechino sta manifestando sul fronte delle liberalizzazioni.
Una continuità, insomma, che non dovrebbe stupire più di tanto: ai vertici della Banca Centrale, siede ancora Zhou Xiaochuan. L’anziano governatore è stato riconfermato alla guida dell’istituto bancario durante l’Assemblea Nazionale del Popolo, l’equivalente del parlamento in Cina che ha chiuso i battenti la settimana scorsa, proclamando Xi Jinping nuovo presidente della Rpc. Zhou, fresco di (ri)nomina, non ha perso tempo: si è messo subito al lavoro, portando avanti un percorso di riforma già tracciato.
In Cina, il sistema finanziario funziona così. Mentre le autorità di vigilanza puntano sullo sviluppo del mercato azionario - agli occhi della Cina un modo per ridurre rischi del settore bancario - la vera partita si gioca nel mercato interbancario. La Banca centrale ha di recente adottato una politica più rilassata, dopo un lungo periodo di austerità, e ha permesso una maggiore erogazione di titoli azionari. Il mercato interbancario, controllato dalla People’s Bank of China, assorbe il 95% dei titoli emessi onshore - secondo Ting Lu di Bank of America. Il mercato azionario , il terzo più grande al mondo, è in fibrillazione e suscita l’ingordigia degli investitori stranieri, ancorché rappresenti appena un terzo dei titoli emessi lo scorso anno: in pratica, cresce all’ombra del mercato interbancario.
I riflettori sono puntati ora su Xiao Gang, il nuovo presidente della China Securities Regulatory Commission (CSRC). Il suo predecessore, Guo Shuqing, ha lasciato la presidenza dell’authority finanziaria di Pechino portandosi dietro la reputazione del riformista. Prima di cedere la poltrona a Xiao, ha annunciato una vasta serie di manovre per modernizzare il sistema finanziario, che vanno dalla messa in sicurezza degli asset alla previsione del rischio per i fondi. Xiao Gang accoglierà la sfida?
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