lunedì 25 marzo 2013

Eppur ero convinto che fosse Alghero la citta' piu' smart e invece.....

Ricerca ICity: Bologna e' la citta' piu' smart
di Emiliano Falconio e Francesca Caprioli

E’ Bologna la città italiana più smart. Ad incoronarla la classifica ICity rate realizzata dal Forum PA e presentata lo scorso ottobre nell’ambito dello Smart City Exhibition tenutosi proprio nel capoluogo felsineo. La ricerca, che ha coinvolto i 103 capoluoghi di provincia, ha così individuato quali città italiane sono più smart, più intelligenti, quindi più vicine  ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili. “Ci piace essere primi ma sappiamo che possiamo essere superati facilmente” ha commentato il sindaco di Bologna Virginio Merola secondo il quale  “l'importante è competere su questo tema: la città intelligente e il futuro”.
Secondo Merola “la città intelligente si basa su tante cose, come innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Una città non e' una somma di investimenti, di infrastrutture e mattoni: una città e' le persone che la abitano e in questo senso siamo in buona posizione”.

Bene la vittoria, quindi, ma la guardia deve essere tenuta alta per non retrocedere e perdere tutto quanto fatto finora sul tema smart.

L’Agenda digitale di Bologna
Per mantenere alto lo standard smart a Bologna si punta innanzitutto sull’agenda digitale cittadina.
L’Agenda – come riportato dal sito del Comune –  ha quattro obiettivi principali che partono dal presupposto di un coinvolgimento maggiore della cittadinanza, della società civile e del tessuto produttivo attraverso l’uso della tecnologia, collegando stili di vita e consumo, bisogni e aspirazioni di residenti, city user e turisti.
I quattro processi cardine prevedono: internet come diritto, coinvolgimento della cittadinanza, innovazione tecnologica e open data.
Sul primo punto l’obiettivo dell’amministrazione è garantire l’accesso ‘neutrale’ alla rete in condizione di parità, senza barriere economiche, sociali e culturali.
Per coinvolgere la cittadinanza la priorità invece è una maggiore diffusione dei media sociali per cambiare nelle pubbliche amministrazioni i presupposti della comunicazione con conseguenze migliorative a livello organizzativo. Per far questo occorre razionalizzare le attività del Comune “qualificando ogni azione passando da un uso informativo dei social media ad un coinvolgimento effettivo dei cittadini nelle decisioni”.
Nell’ambito dell’innovazione, la città di Bologna attraverso l’Agenda Digitale intende favorire le start up di nuove imprese e professionalità ad alta vocazione tecnologica e sostenibile, oltre che supportare il ricco tessuto produttivo esistente. Inoltre al centro del Piano Strategico metropolitano bolognese ci sarà l’obiettivo smart city, per una gestione intelligente della dimensione urbana. Università, centri di ricerca, mondo delle imprese e PA lavoreranno insieme per integrare azioni ed investimenti.
Per open data infine si intende procedere il prima possibile all’accesso libero ai dati della PA.
Sempre nell’ambito dell’Agenda digitale, l’amministrazione bolognese ha recentemente lanciato un bando da 100mila euro per premiare i progetti migliori in chiave smart.
Tornando alla classifica emerge anche come il capoluogo felsineo risulta in alto anche nelle classifiche per singoli aspetti smart. E’ prima, in particolare, nella valorizzazione del capitale sociale ed è presente in diverse top ten: terza per mobilità, quinta per la dimensione economica e per la governance, sesta per qualità della vita. Sempre dalla classifica ICity rate emerge come Bologna scommette sui cittadini. Sul tema smart people della ricerca, infatti, la città primeggia per il livello di istruzione e l’abbandono scolastico, il numero di donne che lavora e che ricopre cariche all’interno dell’amministrazione, la presenza di studenti stranieri, la partecipazione politica, il coinvolgimento in associazioni di volontariato, ma anche la lettura dei quotidiani e la partecipazione ad eventi culturali.

La nota dolente della ricerca
Infine la nota dolente della ricerca di Forum PA: le città del Sud.
Bisogna infatti arrivare al 43esimo posto per incontrare la prima città del Mezzogiorno, che è Cagliari, seguita da Lecce (54°) e Matera (58°). Fanalino di coda sono Caltanissetta, Crotone ed Enna. Anche guardando solamente alle dieci città metropolitane, questa spaccatura è evidente. Bologna, Firenze, Milano, Genova, Venezia e Torino sono tutte tra le prime 15 classificate, Roma segue al 21esimo posto, mentre segnano decisamente il passo le altre tre: Bari (69°), Napoli (77°) e Reggio Calabria, che si colloca all’87° posto.

La ricerca ICity rate in pillole (Fonte: Exhibition 2012)
Smart Economy: Pisa e Milano le città più avanzate.
Tasso di occupazione, presenza di imprese innovative, di imprese giovani e di imprese  femminili, presenza e qualità di università e istituti di ricerca, dotazione infrastrutturale  (strade, ferrovie, aeroporti, ma anche infrastrutture telematiche), servizi turistici. Questi alcuni  dei parametri presi in considerazione.
Smart Environment: Trento e Ravenna le città più verdi.
Per la dimensione ambiente sono stati presi in esame: la qualità dell’aria, la percentuale di  raccolta differenziata dei rifiuti urbani, la presenza di spazi verdi in città, l’efficienza e la qualità della rete idrica (dispersione di acqua e depurazione), la presenza di centri di raccolta RAEE  (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Smart Governance: a Torino e Padova più smart.
Non solo e-gov, ma anche attenzione all’ambiente (dotazione di auto  ecologiche, utilizzo di  carta riciclata e raccolta differenziata negli uffici comunali,  risparmio energetico, acquisti  verdi), adozione di politiche per l’assetto e lo sviluppo del territorio (approvazione e adozione  del Piano regolatore, del Piano per gli insediamenti produttivi, del Piano delle attività  commerciali, e così via), capacità di fare rete con altri Comuni.
Smart Living: a Siena e Trieste si vive meglio.
La qualità della vita nella ricerca di FORUM PA passa attraverso gli investimenti in cultura e  welfare e attraverso l’offerta di servizi di vario tipo, dagli asili nido alle biblioteche comunali,  dai consultori alle strutture per anziani, fino ai cinema. Pesano nella classifica, il numero di  persone sotto la soglia di povertà, il tasso di emigrazione ospedaliera, l’inserimento sociale  degli immigrati, la criminalità diffusa.
Smart Mobility: a Milano e Venezia spostarsi è più facile.
La mobilità è smart nelle città in cui esiste una rete diffusa ed efficiente di trasporto pubblico e  in cui ci sono parcheggi di scambio; in cui la maggior parte delle automobili in circolazione  sono poco inquinanti; in cui ci sono zone a traffico limitato, piste ciclabili, servizi di bike e car  sharing.
Smart People: Bologna e Ravenna scommettono sui cittadini.
Il livello di istruzione e l’abbandono scolastico, il  numero di donne che lavora e che ricopre  cariche all’interno dell’amministrazione, la presenza di studenti stranieri, la partecipazione  politica, il coinvolgimento in associazioni di volontariato, ma anche la lettura dei quotidiani e la partecipazione ad eventi culturali. Sono tutti aspetti che ci dicono se i cittadini di una città sono attivi e partecipi e se la città riesce a valorizzare il suo capitale sociale.

Articolo tratto da "Smart City" lo Speciale monografico di marzo della rivista "Diritto e pratica amministrativa"
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