E.On valuta la cessione della centrale di Fiume Santo
Si è tenuto ieri a Roma l’incontro tra i vertici di E.On e il primo ministro Enrico Letta. La società tedesca sarebbe disposta a prendere in esame la proposta di cessione di asset, a cominciare dalla centrale di Fiume Santo
di Gianni Bazzoni
SASSARI. E.On sarebbe pronta a prendere in esame la proposta di cessione di asset, a cominciare dalla centrale di Fiume Santo, dove la permanenza dei tedeschi continua a essere segnata da forti conflittualità con il territorio e le istituzioni. E’ questa l’indiscrezione che, a tarda serata, rimbalza da Roma, anche se Palazzo Chigi smentisce che ci sia stato un incontro bilaterale. La notizia ufficiale è che l’amministratore delegato di E.On Johannes Teyssen e il presidente e Ad di E.On Italia Miguel Antonanzas sono arrivati a Palazzo Chigi per incontrare il premier Enrico Letta insieme ad altri 10 manager dei principali gruppi energetici europei. Tema, la politica energetica e la competitività. Il giorno prima, da quelle parti era passato il ministro degli Esteri cinese Wang Li (e non è un mistero che gruppi cinesi stiano puntando all’acquisto del polo energetico sardo).
Niente Fiume Santo, dunque, e neppure l’intricata vicenda del rigassificatore di Livorno, dove E.On sta chiedendo un sistema di garanzie per fronteggiare costi gestionali non di poco conto (e dove è in atto lo scontro anche con uno dei soci di minoranza, Olt Energy Toscana della famiglia Belleli). A giocare un brutto tiro ai piani di E.On, probabilmente, sono state le prese di posizione dell’assessore regionale Antonello Liori, del sindaco Gianfranco Ganau, del presidente della Provincia Alessandra Giudici e del senatore Silvio Lai. Tutti avevano chiesto di essere invitati al tavolo del confronto. Alla fine, l’informazione è affidata al consulente politico del premier, il deputato Francesco Sanna: «Non era l’occasione per parlare di questioni singole, tra l’altro in presenza di gruppi concorrenti – dice – certo è che la presidenza del consiglio ha sollecitato il ministero dello Sviluppo economico affinchè venga ripreso il tema di Fiume Santo». La posizione ufficiale di Palazzo Chigi, però, non spegne le indiscrezioni circolate in ambienti istituzionali e sindacali. La vertenza Fiume Santo assume toni sempre più pesanti, specie dopo le indagini dei carabinieri del Noe e l’inchiesta della procura della Repubblica: situazioni gravi che non consentono atteggiamenti finalizzati a rimandare gli investimenti per la tutela ambientale, la sicurezza e la salvaguardia dei livelli occupazionali in un territorio devastato dalla crisi. E se il presidente del consiglio Enrico Letta ha sollecitato il ministero dello Sviluppo economico a seguire meglio la vicenda, qualcosa vorrà pur dire. . Si capirà meglio nei prossimi giorni se il segnale è arrivato. E.On - tra l’altro - ha messo sul tavolo del Governo anche la vicenda del rigassificatore di Livorno: un investimento da 850 milioni di euro per un’opera che la multinazionale ha chiesto formalmente venga inserita tra quelle di “interesse strategico nazionale” per essere ammessa a un sistema di garanzie «che addosserebbe – come sostiene il socio di minoranza Olt – l’onere gestionale con un aggravio tariffario».
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