mercoledì 9 ottobre 2013

Allarme rosso: la sinistra dem rischia il flop. Cuperlo spera nel sud per battere Civat

I sondaggi che arrivano al Nazareno sono guardati quasi con incredulità dalla maggioranza dei dirigenti che popolano ancora le stanze al secondo piano della sede del Pd. Quasi tutti schierati a sostegno di Gianni Cuperlo e oggi costretti a fare i conti non solo con cifre che premiano nettamente Matteo Renzi (ieri il Corriere riferiva addirittura di una previsione dell’83 per cento a suo favore alle primarie), ma perfino con il possibile sorpasso di Pippo Civati. Che – e questo è il dato più sconvolgente – potrebbe verificarsi non solo alle primarie, ma perfino tra gli iscritti.
Il deputato brianzolo, a dire il vero, già da tempo si mostra molto ottimista sulle proprie potenzialità. In molti circoli del nord, chi cerca un’alternativa a Renzi sembrerebbe trovarla più facilmente nella sinistra più “moderna” incarnata da Civati che in quella di Cuperlo, la cui immagine appare ancora troppo legata a “quelli che c’erano prima”. Bersani, D’Alema, Marini su tutti. Dirigenti che ora potrebbero ritrovarsi non solo in minoranza, ma perfino con percentuali irrisorie, se viste alla luce della storia che rappresentano. I sostenitori di Cuperlo – che ieri ha nominato il segretario del Pd fiorentino, Patrizio Mecacci, alla guida del suo comitato congressuale – puntano soprattutto sul sostegno che può arrivare dalle regioni meridionali, già fonti di messe di voti nel 2009 per Bersani, per puntare alla piazza d’onore dietro Renzi, nei circoli come ai gazebo. Ma lì dovranno vedersela anche con Gianni Pittella. Ieri, intanto, l’ex segretario della Fgci ha incassato il sostegno pubblico della Costituente delle idee di Chiti, Damiano, Folena e Lucà.
Sembra allontanarsi anche la possibilità di un endorsement esplicito a Cuperlo da parte di Fabrizio Barca. L’ex ministro ieri ha presentato il proprio libro La traversata a Firenze insieme a Renzi. Le differenze tra i due sono certamente emerse, ma è apparsa altrettanto evidente anche la critica condivisa al modello di partito “pesante” inseguito in questi anni da Bersani («ha fallito», è stato il giudizio netto del sindaco), così come la centralità degli elettori (purché «partecipanti», ha precisato Barca). Quest’ultimo ha attaccato esplicitamente i dirigenti uscenti del partito, accusandoli di essersi dimostrati indifferenti al suo impegno personale e poco incisivi nel condizionare il governo Letta. Difficilmente, adesso, potrebbe affiancarsi a loro nel sostegno a Cuperlo. E Civati continua a “corteggiarlo”.
A inserirsi nella competition a sinistra sarà domani anche Piero Fassino, che ha organizzato un incontro per spiegare le ragioni del proprio sostegno a Renzi. E si rivolgerà, da ultimo segretario dei Ds, soprattutto al “suo” mondo, per cancellare l’idea di un Renzi “infiltrato” da destra nel Pd. Anche se ormai, lo sdoganamento dell’ex rottamatore sembra essere quasi completo anche da queste parti, come testimoniano i consensi che gli arrivano dalle regioni “rosse”.

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