sabato 21 dicembre 2013

GIGI RIVA, SARDO TRA I SARDI, E IL BISOGNO DI UNA MORALITÀ CHE UNISCE
Ho fatto un balzo sulla sedia, il 17 novembre, lette le ultime righe dell’intervista rilasciata da Gigi Riva al Corriere della Sera. La giornalista Elvira Serra – una brava cronista di origine sarda che si sta facendo strada sul panorama nazionale – ha semplificato col grassetto («L’ultimo sgambetto gliel’ha fatto L’Unione Sarda») un concetto che Rombo di Tuono mi ha riferito di aver pronunciato con il sorriso sulle labbra, quando si è parlato della proposta di candidatura a governatore lanciata dallo storico leader indipendentista Gavino Sale.
Affidandosi alla sintesi del quotidiano di via Solferino, si potrebbe quindi pensare che a stroncare sul nascere la carriera politica del campione sarebbe lo stesso giornale dei sardi che, poche righe più su, il grande bomber ha riferito di leggere ogni giorno («da 50 anni, caro Anthony», ha confermato ieri) e al quale appena qualche settimana fa ha fatto un grande regalo che sarà presto noto.
Si è trattato evidentemente di un equivoco, nato dalla cattiva interpretazione di una richiesta di precisazione – necessaria, visto che l’interlocutore era un indipendentista – fatta da un nostro eccellente notista politico, nel giorno in cui è venuta fuori l’idea di Riva presidente: «Il Nelson Mandela sardo? Ma se è nato a Leggiuno».
Siccome la posizione dei giornali la si evince sia dall’atteggiamento quotidiano che dalle prese di posizione del suo direttore, vi racconto ora come la pensiamo a proposito della possibile candidatura di Gigi Riva a governatore della Sardegna. Io credo che in un tempo di crollo dei valori, in cui l’illegalità diffusa e il malcostume sembrano offuscare il lavoro quotidiano portato avanti dai politici onesti e competenti, la disponibilità di un uomo come Rombo di Tuono, Sardo tra i Sardi, verrebbe accolta come una benedizione. Dio solo sa quanto ci sia bisogno di onestà, trasparenza e spirito di servizio. Caro Gigi, anche se non ti candiderai resterai sempre il nostro Presidente ideale.

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